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11 Maggio 2017
mangia, viaggia, ridi
BRUTTI DI MARE: LA POESIA DEL PESCE FRESCO NEL CENTRO DI MILANO
Per gli amanti del pesce questa è poesia.
Già il nome racchiude in sé un’idea simpatica. Un gioco di parole per descrivere in modo scherzoso un prodotto elegante che di perfezione estetica ha ben poco.
Brutti di Mare (Piazzale A. Cantone n. 3) è un bistrot dedicato a ostriche, cozze e pesce crudo. Ha persino un impianto di depurazione per molluschi al piano inferiore del locale che garantisce una freschezza del pesce inimitabile dato che mantiene i frutti di mare più vitali e meno stressati. Il grande vantaggio è quello di abbattere i tempi e i costi di trasporto senza sottoporre i molluschi a continui spostamenti e cambi di temperatura.
Tutto il pesce arriva dall’Adriatico (al di fuori delle ostriche che provengono dalla Francia) ed i molluschi sono tenuti in vita in contenitori isotermici a monitoraggio di temperatura, ossigenazione e salinità.
Insomma, più fresco di così?!
Anche l’arredamento è curatissimo. Nel bistrot l’uso diffuso del legno richiama il mare, la barca, mentre il soffitto ricorda il dondolio delle onde. Le luci calde fanno respirare aria di casa. Così sembra di vivere un po’ in una narrazione che ricorda i migliori bar à huîtres francesi ed anche il tanto amato ambiente mediterraneo e casalingo delle case italiane. Tutto in zona Darsena, a Milano.
Quel che però più colpisce del locale sono le creazioni culinarie di mare. Le proposte sono tante e sono diversificate.
Il nostro palato ha ancora ben impresso il sapore delle ostriche, delle cozze pelose e dei fasolari freschi. Semplici, serviti su un grande piatto pieno di ghiaccio.
Il gambero viola di Gallipoli poi… una vera e propria eccellenza in grado di soddisfare anche i gusti più raffinati. Nella sua semplicità colpisce dritto al segno!
Lo chef proviene dall’Accademia Marchesi e si sente. Propone accostamenti ed idee molto fini ed allo stesso tempo caserecce.
Proprio come le linguine al nero di seppia, servite con polpa di ricci di mare, il cui sapore amaro è smorzato da una dolce burrata adagiata sulla pasta, in grado di fondersi con il sughetto e di fornire un’esplosione di sapore e felicità alle papille gustative.
Il menù è ricco e consigliamo di dargli un’occhiata. E’ stata una piacevole sorpresa anche per noi.
Il dolce, un semifreddo di limone e cacao, ha ridato il perfetto equilibrio di sapori alle nostre bocche, con quell’acidità e dolcezza fuse insieme.
Ah, dimenticavo: il tutto accompagnato da ottimo rosè salentino (Novementi-Menhir 2016). Si, perché anche la carta dei vini merita una nota positiva.
Buon appetito a tutti!
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Autore
biografia:
Avvocato e brand manager. Amiche e sorelle. Marito e moglie, o forse moglie e moglie. Entrambe condividono le stesse passioni: il cibo, il vino (tanto), i viaggi. Rocambolesche, simpatiche, matte, affette da sindrome di wanderlust. Parigi le ha unite, ora amano perdersi nel mondo e ridere. Per Federica il motto è: “chi più in alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna” (W. Bonatti) Per Margherita il motto è: “il mio unico limite: il cielo”.