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18 Febbraio 2019

libri

Aria e altri coccodrilli. Intervista a Silvia Pillin

di Ramona Lucarelli

Raccontami l’amore, anche quando fa male.

Silvia Pillin è una scrittrice audace. Nel suo ultimo romanzo Aria e altri coccodrilli parla di depressione e di suicidio senza ostruzionismi, probabilmente sfidando anche le vendite. Chi vorrebbe leggere una storia triste?

Io sostituirei la parola triste con vera. Non credevo fosse possibile intuire ciò che si nasconde dietro una sofferenza così grande ma le parole di Silvia ci vanno molto vicino.

Quel tipo di pensieri era come una corsa in discesa, come le ciliegie: uno tira l’altro. Erano potentissimi e inarrestabili, li sentiva farsi largo nella testa senza fatica, una palla di neve che diventa una valanga e trascina tutto con sé.

Aria e altri coccodrilli è una storia che racconta la difficoltà di amare se stessi, anche quando chi ci circonda ci ama.

La vita con le sue gioie e i suoi dolori: a volte sappiamo dargli un nome, altre sono coccodrilli.

Quando Aria incontra Eva intuisce che i coccodrilli in giro sono tanti.

Si chiese se moltiplicando le loro due tristezze ne sarebbe uscita una felicità, come quando moltiplichi due numeri negativi e il risultato è un numero positivo.

Qualche giorno fa abbiamo incontrato Silvia e l’abbiamo intervistata per voi:

Aria e altri coccodrilli

Quando hai capito che la scrittura avrebbe fatto parte della tua vita?

La scrittura è entrata nella mia vita a dodici anni, quando ho iniziato a leggere. Volevo compiere la stessa magia, creare mondi paralleli, suscitare emozioni. C’è una differenza tra ciò che si prova mentre si legge e ciò che ti lascia la lettura a libro ultimato. Io desideravo diventare una prestigiatrice delle parole.

Cosa è per Silvia Pillin la scrittura?

Sono come Aria, la protagonista del mio romanzo, ho un approccio scientifico alla vita. Volevo essere una scrittrice ma da dove iniziare? Avevo deciso di frequentare il Servizio Civile presso il centro Caritas di Torino per poter frequentare la Scuola Holden. Ho partecipato a diversi corsi serali sul romanzo. Tornata a casa mi sono iscritta alla facoltà di lettere di Padova perché c’era un percorso chiamato “Linguaggi e tecniche di scrittura”. Ho dedicato la mia tesi triennale alla realizzazione di un manuale di scrittura. Ho risposto alla domanda?

Questo mese è dedicato all’amore. Se chiedessimo a Silvia #raccontamilamore ?

L’amore è un sentimento vivo. È in continuo mutamento: sta bene, sta male, cresce, muore. Sarà per questa ragione che non riesco nemmeno a ipotizzare un “per sempre”, mi sentirei colpevole a chiedere al mio matematico, compagno di vita, una scelta così permanente.

Se facessimo ad Aria la stessa domanda cosa risponderebbe?

Per Aria l’amore è una fregatura. In amore e nelle relazioni in generale siamo portati a guardare le cose solo attraverso il nostro punto di vista. Credo che le circostanze siano determinanti nelle scelte che compiamo e che gli altri subiscono, ma spesso non ci mettiamo nei panni degli altri.

Nel tuo romanzo Aria e altri coccodrilli affronti temi considerati ancora tabù: la depressione e il suicidio. Come mai hai deciso di andare oltre?

A casa mia c’è sempre stato una sorta di tabù della morte. Parole come morte, tumore, depressione non venivano mai pronunciate e venivano sostituite da giri di parole. Sono convinta che tutte le parole debbano essere usate, non dovremmo girarci intorno. Non si dovrebbe aver paura di pronunciare la parola suicidio, si può chiedere aiuto, dalla depressione si può guarire.

Ascoltandoti si percepisce che l’argomento ti sta molto a cuore.

Ho attraversato un periodo duro. Etichettavo con la parola “pigrizia” molti degli stati d’animo che mi portavano a non uscire, a non socializzare; all’epoca vivevo a Vienna conoscendo a malapena la lingua. Tutti i medici da cui andavo per esami di routine mi parlavano di depressione, volevano prescrivermi qualche farmaco ma mi rifiutavo. Quando ho sfiorato un punto di non ritorno mi sono resa conto che non potevo farcela da sola. È stato allora che ho chiamato una psicoterapeuta: avevo bisogno di parlare con qualcuno, possibilmente in lingua italiana. La terapia ha abbassato la marea, avevo le emozioni a livello degli occhi, pronte a strabordare. È stato durante la terapia che ho iniziato a scrivere. Ho usato i miei pensieri, ma li ho trasferiti in un’altra fascia d’età ed ecco Aria. Non sapevo se ciò che scrivevo sarebbe stato pubblicato, se sarebbe diventato un racconto o un romanzo. Non sapevo ancora che forma avrebbe preso.

Il titolo del romanzo è Aria e altri coccodrilli. Come mai hai deciso di dare alla depressione l’aspetto di un coccodrillo?

Il titolo è arrivato molto dopo, grazie alla visione del corto “In between”. Il protagonista è un coccodrillo azzurro. Era un segno, l’azzurro è il mio colore. Guardare per capire fino in fondo il perché.

Quali sono gli autori e i romanzi che hai amato di più?

Impossibile rispondere. Posso però dirti quali sono le ultime letture che mi hanno appassionata e che consiglierei: Resto qui di Marco Balzano, Lacci di Domenico Starnone e il manuale Start up. Sogna, credici, realizza.

Quale romanzo avresti voluto scrivere?

Niente di Janne Teller.

Quale libro c’è sul tuo comodino?

Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams.

 

Tempo di Lettura

qualche giorno con Aria e i suoi coccodrilli

Photos: Sara Cartelli

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Autore

Ramona Lucarelli

Per aspera ad astra

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Ramona Lucarelli

biografia:

È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.

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