Culture. Eat it
10 Novembre 2015
Senza dubbio uno degli strumenti con i quali misuro “la mia felicità di lettura” è l’empatia, quella capacità grazie alla quale si entra nello stato d’animo altrui per rimanerne avvolti. E se tu, caro lettore, deciderai di fidarti questa volta vestirai i panni di Leo Stepanovic Demidov, un rispettabile ufficiale del MGB nell’Unione Sovietica del 1953.
Quella di Bambino 44 è la storia della caccia ad un assassino seriale. Tom Rob Smith porta alla luce, mixando realtà e fantasia, la vicenda di Andrej Chikatilo – il macellaio di Rostov – tra i più efferati serial killer della storia. Sin dalle prime pagine intuirai però che il punto di forza di questo romanzo non è l’indagine poliziesca quanto la capacità di lasciarti coinvolgere.
Nella Russia di Stalin il crimine non esiste. Apparentemente non sarà quindi difficile per la polizia segreta affrontare la morte di numerosi bambini ed assicurare alla giustizia l’omicida. Di questo Leo ne è certo, almeno all’inizio. Ciò che sicuramente affascina, oltre allo sfondo storico-culturale, è il risveglio del protagonista: egli passerà da agente inquisitore a nemico pubblico e la miccia sarà l’amore per sua moglie Raisa, colpita dal sistema, la cui solidità presto comincerà ad essere messa in dubbio. “Quando si perde il potere, il problema è che la gente comincia a dirti la verità.”. Leggilo se vuoi scoprire quale.
Durata della lettura: tutto d’un fiato
Photography: Sara Cartelli.
© Immagini The Eat Culture.
Autore
biografia:
È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.