Culture. Eat it
29 Settembre 2015
Allora come va? Tutto male, grazie!
Quante volte abbiamo sentito il desiderio di dare questa risposta? E quante volte ci siamo riusciti? Personalmente zero. Eppure pensate a quanto potrebbe essere liberatorio, per non dire grandioso, non tenersi tutto dentro solo per assecondare il proprio pudore, la propria riservatezza o per non sconvolgere il nostro interlocutore.
Chiara Gamberale nel suo romanzo “Per dieci minuti” ci concede il beneficio dello sfogo senza per questo apparire nevrotici, ridicoli o solo fragili.
Per Chiara, la protagonista, la vita si ferma nel momento in cui tutte le sue certezze vanno in frantumi.
L’uomo della sua vita.
Il lavoro che ama.
La casa a cui sente di appartenere.
E Chiara, l’autrice, cosa pensa di fare? Ci propone di giocare, di tornare bambini; d’altronde come dice Eraclito il tempo è un gioco, giocato splendidamente da bambini. Dieci minuti da dedicare ad una cosa nuova. Ogni giorno, per un mese.
È un gioco per il quale alla fine non è previsto nessun premio, se non quello di riappropriarsi di un pezzettino di tempo per se stessi per magari scoprire che quello che pensavamo non ci piacesse non l’avevamo mai provato, per fare una cosa assurda sfidando l’opinione altrui, perché per una volta diamo retta alla nostra voce interiore. Per Chiara è terapia. Per noi potrebbe essere una piccola follia quotidiana. È un libro in cui si parla di prime volte. Sfogliandolo, scopriremo i dieci minuti grazie ai quali la protagonista inizierà a ritrovare ciò che di se stessa esisteva prima di quel noi.
Bastano 10 dei 1440 minuti che scorrono durante una giornata. Non bisogna barare però, altrimenti non vale: che siano dieci minuti ogni giorno per trenta giorni per fare una cosa, anche la più sciocca, purché mai fatta prima nella vita. Se il meglio della vita sta in tutte quelle esperienze interessanti che ancora ci aspettano, come scrive la Gamberale, rubiamoci i nostri 10 minuti!
Durata della lettura: 10 minuti per ogni sera che vorrai concederti
Photography: Sara Cartelli.
© Immagini The Eat Culture.
Autore
biografia:
È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.
