Culture. Eat it
24 Giugno 2015
È stata l’ultima artigiana che ho avuto il piacere di incontrare ad Artigianato e Palazzo. E non perché non fossi interessata al suo lavoro, tutt’altro. Ogni qual volta cercavo di avvicinarmi al suo stand c’era sempre qualcuno ed io, non volevo disturbarla. In tutto quel tempo però, non ho potuto fare a meno di guardarla. Lei, una ragazza minuta, semplice, solare ed il suo gigantesco telaio. Non so se avete mai visto una persona lavorare a telaio, è pura poesia. È come un pianoforte, un numero consistente di fili che, assieme, riescono a dare vita ad una sinfonia d’intrecci.
Giulia Ciuoli è la fata buona del telaio, anzi una dea. Il suo progetto, Pamphile, deve il nome all’omonima divinità greca legata alla tessitura, che ebbe il merito di scoprire una nuova tipologia di seta selvaggia. Un progetto improntato sulla ricerca. Di cosa? Di nuove materie prime ecosostenibili innanzitutto, ma anche di nuovi modi di concepire l’ecodesign. Perché le sue cravatte non sono semplici cravatte, i suoi taccuini non sono semplici taccuini, i suoi capi d’abbigliamento non sono semplici capi d’abbigliamento. No, c’è qualcosa di più. Che non riguarda solamente il fatto che siano stati realizzati totalmente a mano. Riguarda il concetto, l’idea. Perché guardando attentamente una sua cravatta potrete intravedere un paesaggio o un’architettura, oppure, guardando un taccuino, potrete scoprire che gli intrecci del tessuto, riportano gli effetti di cortecce di alberi o scorze di frutti.
Si, Giulia Ciuoli è la nuova dea del telaio e Pamphile è un progetto bello, anzi bellissimo. Un progetto fatto d’amore, di passione e di rispetto. Rispetto verso il macchinario, il telaio, la materia prima, l’ambiente. Rispetto della tradizione attraverso l’innovazione. Un’innovazione che non distrugge tutto quello che trova nel suo cammino, ma si inserisce nella storia… e la porta avanti.
www.pamphile.it
www.facebook.com/pamphiledigc
Image courtesy: Pamphile.
Autore
biografia:
Copywriter, folletto tuttofare e mamma con una passione smisurata per la fotografia. La scrittura è una medicina che le permette di esprimere la propria personalità e far emergere la sua vera voce. Meglio di uno psicanalista. Alla perenne ricerca di una strada da seguire, al momento, preferisce perdersi.