Culture. Eat it
24 Gennaio 2018
Prendiamo un diario a caso: Il diario di Bridget Jones.
Ora parliamo della protagonista: diciamo la verità, donne, Bridget ci è simpatica perchè sembra esser messa peggio di noi. Forse, e dico forse, nel nostro armadio non ci sono i mutandoni spanx e non abbiamo ancora i suoi problemi di peso.
Può capitare quindi di entrare in sintonia con gli altri più per sollievo che per immedesimazione.
A me Bridget piace perchè usa la scrittura per fare ordine nelle scelte della sua vita.
Rileggersi a volte fa proprio bene: vedere quanta strada è stata fatta, quante persone abbiamo lasciato entrare e poi fatto uscire per stare meglio. Nel 2000 ho iniziato a scrivere un diario decisamente meno simpatico del suo ma si è rivelato un esercizio terapeutico come pochi. Portava lucidità quando non c’era, mi aiutava ad allentare tensioni inutili e mi faceva vedere le cose nella giusta prospettiva, cioè ridimensionata.
Il diario di Bridget Jones è un libro pieno di buoni propositi disattesi proprio come accadrebbe nella vita reale: il fallimento di obiettivi come smettere di fumare, non spendere più di quel che si guadagna, mangiare e bere meno rende Bridget umana, reale.
Cose da fare
Smettere di fumare
Non bere più di 14 superalcolici la settimana
Ridurre di 8 cm la circonferenza delle cosce
Essere più sicura di me
Imparare a programmare il video registratore
Cose da evitare
Fumare
Bere più di 14 superalcolici la settimana
Spendere più di quel che guadagno
Perdere la pazienza con la mamma
Deprimermi perchè non sono fidanzata
Come molte di noi, Bridget fatica ad accettarsi ma l’autrice, Helen Fielding, sceglie di mostrare questa lotta con se stessa con ironia. In questo dovremmo cercare di assomigliare di più a Bridget: smettiamola di prenderci troppo sul serio, allontaniamo le persone che ci fanno sentire inadeguate.
Diamoci una possibilità di accettarci così come siamo.
Per iniziare potremmo riconoscere limiti e punti di forza del nostro corpo. Non potete immaginare lo stato di beatitudine a cui conduce questa accettazione.
Accadrà che indosserete ciò che vi piacerà valorizzandovi così come siete, senza mutandoni pronti a contenervi. Mangerete per il gusto di vivere la convivialità senza pensare alla dieta di domani, che magari inizierete lo stesso ma almeno vi godrete il momento.
Per continuare potremmo evitare persone e situazioni che non fanno bene alla nostra stima. Confidare nella sola riconoscenza gratuita dei nostri talenti si che è utopia.
Bridget non è più in senso stretto il ritratto della donna d’oggi. È però una donna che cerca di sopravvivere a se stessa e alle aspettative che gli altri rimpongono in lei e questo, dal 1995 al 2018, non è cambiato.
E anche se a cambiare sono i parametri di bellezza, le aspettative e le certezze, resta il fatto che con Il diario di Bridget Jones l’autrice ha reso eccezionale la vita di una donna come tante… Colin Firth a parte.
Durata della lettura
un po’ di Bridget per sette giorni
Ph. Sara Cartelli
© The Eat Culture
Autore
biografia:
È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.