Culture. Eat it
10 Aprile 2017
Le nostre anime di notte è l’intimo racconto di una conoscenza che trasformerà l’amicizia in amore, un sentimento che si nutrirà della giornaliera e reciproca attenzione.
Kent Haruf ci accompagna tenendoci per mano nella pace delle notti di Addie e Louis.
La sua penna dice no ad inutili descrizioni, a dialoghi inverosimili, a situazioni eroiche. Lo scrittore statunitense ci racconta quanta magia può esserci nella quotidianità, nella straordinaria e bellissima quotidianità che abita Holt, l’immaginaria cittadina del Colorado in cui ha ambientato (anche) l’ultimo dei suoi romanzi.
Tutto ha inizio quando Addie Moore propone a Louis Waters di trascorrere qualche notte da lei e lo fa in maniera diretta, senza allusioni, ma con il tenero imbarazzo di chi sa che sta per chiedere qualcosa di inconsueto.
“Quando Louis le aprì la porta, lei disse, Posso entrare a parlarti di una cosa?
Sedettero in salotto. Vuoi da bere? Un tè?
No, grazie. Non so se mi fermerò abbastanza per berlo. Si guardò intorno. È graziosa casa tua.
Diane l’ha sempre tenuta bene. Un po’ ci provo anch’io.
È ancora graziosa, disse lei. Erano anni che non ci venivo. (…)
Probabilmente ti stai chiedendo cosa ci faccio qui, disse lei.
Bè, non penso che tu sia venuta per dirmi che casa mia è graziosa.
No. Volevo suggerirti una cosa.
Eh?
Si. Una specie di proposta.
Okay.
Non di matrimonio, disse lei.
Non pensavo nemmeno questo.
Però c’entra con una specie di matrimonio. Ma ora non so se ci riesco. Ci sto ripensando. Fece una risatina. In un certo senso è un po’ come un matrimonio, non ti pare?
Che cosa?
L’indecisione.
Può darsi.
Si. Insomma, adesso te lo dico.
Dimmi, disse Louis.
Mi chiedevo se ti andrebbe qualche volta di venire a dormire da me.”
Addie e Louis non temono né l’età né la mancanza di tempo perché conoscono solo il presente: “Anch’io voglio sapere tutto di te. Non abbiamo fretta, disse lui. No, prendiamoci il tempo che ci serve”. Loro è la notte, che vivono in assenza di limitazioni: entrambi cercano di scrollarsi di dosso il passato ripercorrendo in un confessionale notturno scelte sbagliate o scelte non compiute. È un buio in cui è assente qualsiasi forma di aspettativa, perché i protagonisti non immaginano un futuro che vada oltre la prossima notte da trascorrere insieme.
Addie e Louis sono straordinari perché non cercano di colmare un vuoto, non cercano di dare presenza ad una assenza.
Stanno solo cercando di darsi una seconda occasione ma al di fuori della notte vacillano. Credono di essere liberi di vivere qualcunque cosa stia per nascere tra loro, ma alla luce del giorno non possono sottrarsi ai pregiudizi dei conoscenti, alle supposizioni di coloro che credono di sapere di cosa sia fatta la loro relazione o a chi, con arroganza, prende le decisioni nella loro vita.
La libertà è decisamente una conquista giornaliera, ad ogni età.
È curioso leggere che è con stupore che la storia di questo autore quasi sconosciuto sia schizzata in vetta alle classifiche. Intuisco il bisogno di credere che può esserci qualcosa di magnifico anche nella quotidianità di due settantantenni, che se ce ne diamo l’opportunità l’amore può veramente nascere ad ogni età e che non si smette mai di lottare contro pregiudizi e apparenze.
Amo questo mondo fisico.
Amo questa vita insieme a te.
E il vento e la campagna.
Il cortile, la ghiaia sul vialetto.
L’erba. Le notti fresche.
Stare a letto al buio
a parlare con te.
Quanta vita c’è fino alla fine.
Durata della lettura
qualche notte in compagnia delle anime di Haruf
Ph. Sara Cartelli
© The Eat Culture
Autore
biografia:
È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.