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Culture. Eat it

20 Aprile 2018

torte e dolci

Di pavlova, panna e mirtilli. Il mio dolce felice e il potere del rosa.

di Kristel Cescotto

Primavera è tra noi. E non potrei essere più felice. Che il potere del rosa sia con me e con il mio spirito.

Spalanco ufficialmente le porte a quella fase dell’anno in cui il tepore, quello vero, nelle ossa e nell’anima, regna sovrano. L’aria fiorita profuma di sole, scopriamo le spalle, ci curiamo del giardino e spolveriamo la bicicletta.

Passeggiate en plein air e naso all’insù per godersi le prime tiepide notti stellate.

Pomeriggi in cucina con le finestre aperte sul cielo azzurro e mani al lavoro dedicate alla pavlova,
di cui vi racconto oggi.

Come fare la pavlova

Davanti a voi, diverse vie. Potete scegliere, come me, di fare delle mono-porzioni e quindi delle mini-pavlove oppure imboccare la strada della classica pavlova che si sente una torta.

Potete formarle con il dorso del cucchiaio, come me, conferendole quell’aspetto un po’ wild e un po’ messy dell’aristocratica bionda che vuole infastidire la mamma armata di calze a rete bucate e Dr. Martens – ma pur sempre con una 2.55 sotto braccio. Oppure potete scegliere di “pettinarla” in modi diversi a seconda della bocchetta del sac à poche che userete.

Ma prima di tutto: che cos’è la pavlova?

È un dolce di origine australiana, deriva il suo nome da quello della ballerina russa Anna Matveyevna Pavlova, per la quale – ne sono certa – qualche pasticcere degli anni ’20 perse la testa e decise di provare a recuperarla dedicandole il suo dessert di punta.


La pavlova è essenzialmente una base di meringa sormontata da panna montata e frutta fresca


con tutte le infinite varianti immaginabili che ne possono derivare.

Pavlova con panna ai frutti di bosco e mirtilli freschi – la ricetta

INGREDIENTI (dosi per 8)

Per la pavlova:

  • 125 g di zucchero semolato bianco
  • 125 g di zucchero a velo
  • gli albumi di 4 uova medie
  • due gocce di limone

Per il potere del rosa:

  • 500 ml di panna fresca (io – intollerante al lattosio – quella vegetale)
  • 100 g di frutti di bosco
  • due cucchiai rasi di zucchero integrale di canna
  • un cucchiaino di succo di limone
  • mirtilli freschi a volontà

PREPARAZIONE

  1. Prepara la meringa. Mescola assieme gli zuccheri. Inizia a montare gli albumi (a planetaria o con le fruste a mano) per un paio di minuti. Aggiungi dunque metà dose di zucchero e continua a montare per altri 5 minuti. Aggiungi l’ultima parte di zucchero e monta ancora per qualche minuto sino a che non avrai ottenuto una massa bianca e lucidissima. Csaba dalla Zorza, nota ai più come “La regina della Pavlova”, dice che la meringa è pronta per essere infornata nel momento in cui raggiunge le sembianze della schiuma da barba di tuo marito. Io ho solo un coinquilino del cuore e non un marito ma ho colto comunque l’antifona.
  2. Inforna. Porziona le mini-pavlove come se fossero dei piccoli nidi pronti ad accogliere tanta panna e frutta fresca. Formale su una placca foderata di carta forno e cuoci per un’ora e mezza circa (se sono piccole basterà un’ora, se invece ne farai una sola grande potrà impiegare anche 4 ore per cuocere) a 110°C in forno statico (in forno ventilato tendono a ingiallire). Una volta cotte spegni il forno, metti un mestolo di legno nella porta in modo da tenerla aperta quel paio di centimetri, questo escamotage farà si che la meringa perda calore gradualmente e si asciughi alla perfezione.
  3. Cuoci i frutti di bosco in un pentolino assieme allo zucchero e al cucchiaino di succo di limone per 15 minuti. Fai raffreddare.
  4. Monta la panna. Aggiungile dunque i frutti di bosco cotti (tieni da parte qualche cucchiaino di composta per decorare).
  5. È il momento della pavlova. Prendi una meringa, mettile sopra una generosa dose di panna montata rosa, una manciata di mirtilli, un cucchiaino di composta di frutti di bosco avanzata e goditela!

Vassoio:  La Fornacina Keramik Studio

MENTRE ASSAGGI ASCOLTA:

Photos: Sara Cartelli

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Autore

Kristel Cescotto

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Kristel Cescotto

biografia:

Cogitatrice impegnata, praticante dell’Amore Universale, su di lei nemmeno una nuvola. A 30 anni non ha ancora la minima idea di come vuole essere a 32: una, nessuna ma forse non centomila. Grazie al cielo tutto scorre. Panta rei. E alla fine, come in uno splendido giardino Bahai, verrà estasiata da un’illuminazione. E vivrà per sempre felice e contenta.

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