Culture. Eat it
24 Aprile 2015
Allora com’era? Bello? Che ne pensi? Cosa hai visto? Non fai neanche tempo a mettere un piede in macchina, che già iniziano ad arrivare le prime domande. Ci sono i curiosi e quelli che semplicemente hanno fatto la tua stessa esperienza, e quindi, vogliono confrontarsi con te. La cosa più bella è che tutti la vediamo in maniera diversa. Io, posso dirlo con certezza, il posto che ho amato di più in assoluto è… (rullo di tamburi) Ventura Lambrate. Quel quartiere porta sempre con sé una carica di freschezza e positività.
È il cuore pulsante della manifestazione, un’esplosione di creatività, designer emergenti, università e design nordico. Qui trovi minimalismo e geometrie, vedi il bianco duettare con il legno e, di tanto in tanto, vedi spuntante degli sprazzi di colore. Colori pastello generalmente e, quest’anno, anche tanto rame. È la patria della sperimentazione, il luogo dove l’impossibile diventa possibile e dove l’assurdo diventa logico. Cammini tra le vie di quel quartiere e ti senti come a Disneyland, immerso in un mondo che non sembra reale.
E, dato che al Fuorisalone si cammina tanto, vi faccio camminare un po’ con me tra gli spazi di Ventura/Lambrate… Prima tappa, via Ventura 15 da Little Owl Design.
I piatti che vedete nella foto sono tutti realizzati a mano combinando ceramica e tessuti. Posso assicurarvelo: dal vivo sono realmente bellissimi. La loro matericità unita alle loro forme senza tempo e alla vivacità dei colori pastello li rende originali ma allo stesso tempo misurati, senza eccessi.
I deliziosi oggetti per la tavola e non solo di Incipit lab.
Seconda tappa, via Ventura 14. Qui, nonostante la grande quantità di cose da vedere, ho avuto occhi solo per Storytiles, le bellissime piastrelle illustrate di Marga Van Oers.
Ma anche per gli splendidi vasi monofiore di Kentaro Kudo, realizzati utilizzando la ceramica combinata a scampoli di tessuti lavorati a maglia.
Da qui sono passata nel piccolo villaggio Belga di Via Ventura 12.
La piccola casetta ricreata all’interno di una serra da Fragmenture.
Le molteplici e differenti lampadine di Zangra.
Da qui per direttissima, passiamo al numero uno di via privata Oslavia per Norwegian Presence, mostra sul design e l’artigianato Norvegiese.
Questa che vedete in fotografia è Krobo, panchina ideata nel lontano 1960, che tuttavia ha un sapore attualissimo.
Questa invece è Tuthanka, teiera total white in ceramica realizzata artigianalmente, che spezza la purezza del bianco grazie all’utilizzo di tappi colorati.
Degli originali contenitori con gancio e Plantit, un tavolino portapiante: le due più belle sorprese allo spazio di VIA, la School of Business, Technology e Creative Industries danese.
Qui Zuid, la bellissima lampada in rovere della designer olandese Francoise Oostwegel.
Ultimo, ma non per importanza, il PopUp Show, gli ultimi lavori presentati dagli studenti della Tomas Bata University di Zlin, in Repubblica Ceca.
Vi lascio con qualche altra immagine. Il primo tour finisce qua. Ci vediamo lunedì con tutte le novità da Tortona!
Photography: Sara Cartelli.
© Immagini Artisign Explosion.
Autore
biografia:
Copywriter, folletto tuttofare e mamma con una passione smisurata per la fotografia. La scrittura è una medicina che le permette di esprimere la propria personalità e far emergere la sua vera voce. Meglio di uno psicanalista. Alla perenne ricerca di una strada da seguire, al momento, preferisce perdersi.