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la cave à michel - Parigi

Culture. Eat it

13 Aprile 2017

mangia, viaggia, ridi

Weekend a Parigi: L’imperdibile La Cave à Michel

di The Rolling Forks

A me capita spesso di sentire la necessità di andare a Parigi.

È una città in cui lasci un pezzo di cuore. La bellezza ti circonda, la diversità ti concilia lo spirito, l’aria frizzante ti risveglia. E poi è così: ti manca.

Il tour del nostro ultimo week end è stato, come sempre, impegnativo. Il tempo non lo abbiamo sfruttato a dormire ma a camminare, mangiare, bere e a scoprire posti nuovi da proporvi.

Un venerdì sera iniziato prima con una classica festa in una favolosa casa parigina (l’indirizzo non lo possiamo sennò la nostra amica ci uccide!), continuato in un club che si chiama Lamano (10, Rue Papillon). Un locale piccolo e affollato dove suonano dj che sperimentano musica avvenieristica tra la salsa e la new disco, con alcune note elettroniche.

Il pasto dell’hangover del giorno seguente è trascorso da Passerini (65, Rue Traversière). Tutti conoscono la sua fama, forse non tutti la sua fantastica pasta e ceci. Solo quella vale la vacanza!

Ciò che però merita tutta la nostra attenzione è La Cave à Michel (36, Rue Sainte-Marthe), nel quartiere ormai Bobo di Belleville.

Un piccolo locale semplice, rustico e informale, con azulejos portoghesi che ricoprono i muri e un minuscolo giardinetto esterno. La Cave à Michel nasce dalla collaborazione tra il famoso Fabrice Missouri e Romain e Maxime Tischenko, i fratelli che giusto la porta accanto gestiscono il ristorante Le Galopin.

Romain alla Cave si sbizzarisce e dà il meglio di se inventando tapas gourmet ricercate che trasforma in delicati gioielli: tartare di manzo servita con ricotta salata, ceviche fresca, prosciutto iberico, polpo alla galiziana, porri bolliti con coriandolo e le migliori oeuf mayo della città. Il menù però cambia sempre, non troverete mai gli stessi piatti.

L’altro pezzo forte di questo splendido posto è la selezione di vini: oltre 300 bottiglie con cui potere stuzzicare il palato. Una ricerca elevata nel mondo dei vini naturali. Noi abbiamo scelto Juste Ciel! de La Petite Baigneuse, beverino come un sidro di mele, un bianco che mostra una forte personalità, vivo e complesso, con note delicate di limone.

La bottiglia non è stata l’unica (ovviamente!). Abbiamo poi ordinato un Mineral Plus di Franz Saumon, altro vino biodinamico, con note acide e minerali.

Che dire… la Cave à Michel ci ha stupite e non saremmo mai andate via, se a mezzanotte non avesse chiuso il locale.

Lo consigliamo ad ognuno di voi. Salute!

F.

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Immagine di copertina – Ph. Maria Giulia Rotunno
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Avvocato e brand manager. Amiche e sorelle. Marito e moglie, o forse moglie e moglie. Entrambe condividono le stesse passioni: il cibo, il vino (tanto), i viaggi. Rocambolesche, simpatiche, matte, affette da sindrome di wanderlust. Parigi le ha unite, ora amano perdersi nel mondo e ridere. Per Federica il motto è: “chi più in alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna” (W. Bonatti) Per Margherita il motto è: “il mio unico limite: il cielo”.

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