
Culture. Eat it
12 Marzo 2020
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A casa tutto bene di Brunori Sas è il disco da ascoltare in questo strano tempo
Siamo a casa e no, non va propriamente tutto bene. Questo strano tempo ha squarciato le nostre vite costringendoci a ridefinirci, a guardarci dentro, fuori, attorno. Le geografie sono rimaste intatte. Un unico paese, una sola medaglia, due facce. Quella individualista, menefreghista e se vuoi pure incosciente di chi come sempre cerca una scappatoia per aggirare le regole, una furberia o di chi ha a cuore unicamente la sua persona. E poi l’altra, quella generosa, solidale, che ha riscoperto il significato di collettività e preserva uno dei beni più preziosi che abbiamo, il bene comune. Giri le facce e ci vedi tutti i volti dell’essere umano, le fragilità, la vulnerabilità e le emozioni, principalmente tre: rabbia, amore, paura. A casa tutto bene, il quarto album di Brunori Sas, ci spinge proprio a confrontarci con quell’ultima sensazione lì, la paura. E lo fa con il garbo e la leggerezza che caratterizzano Brunori che, come direbbe Calvino, “non è superficialità” ma è la forza di chi riesce tramite la scrittura a esorcizzare le piccole e grandi angosce che attanagliano la nostra vita.
A casa tutto bene: la musica che esorcizza la paura
E così ci ritroviamo in questo periodo qua, in cui più che mai abbiamo bisogno di una Canzone contro la paura perché sì “a volte basta una canzone, anche una stupida canzone, solo una stupida canzone, a ricordarti chi sei”. E Brunori ci ricorda bene chi siamo. Siamo liquidi come “i principi ed il concetto di morale” de La Vita Liquida, siamo come Don Abbondio “ai funerali della nostra coscienza” che si affacciano alla finestra a guardare ciò che resta perché alla fine “a noi che cazzo ce ne frega”; siamo quelli che puntano il dito contro l’Uomo Nero, quelli che “ama il prossimo tuo solo se carne di razza italiana”. Ma siamo anche fragili e vulnerabili, fatichiamo ad accettare La Verità, a guardarci dentro realmente, ad accettare l’idea della fine e a comprendere l’utilità del dolore che “serve proprio come serve la felicità”. Eh sì, è il caso di dirlo, “la realtà è una merda ma non finisce qua” come recita Il Costume da Torero, la canzone che ci dona la cosa più belle di tutte, la speranza. Quella di indossare un mantello nero e un costume da torero e salvare il mondo con un pugno di poesie. Ma Il Costume da Torero è anche quella canzone che ti dice che sì, le cose possono davvero cambiare, se inizi a cambiarle tu. E così finalmente, forse, potremmo ritrovarci non solo a immaginare la vita come ne La Vita Pensata ma a viverla davvero.
La casa di Brunori è quella che mette in mostra tutte le nostre fragilità, il nostro essere umani. Nella copertina dell’album ci sono tanti colori e un appendiabiti. La prima cosa che vediamo quando entriamo in casa e l’ultima che vediamo quando usciamo. Lo vedremo poche volte in questo periodo l’appendiabiti, ma possiamo sfruttare questo strano tempo per capire chi siamo, chi vogliamo essere, dove vogliamo andare. A casa tutto bene racconta il mondo di Brunori ed è un mondo che sento molto vicino.
“Chissà com’è invece il mondo visto da te”.
Photos: Sara Cartelli
Autore

biografia:
Copywriter, folletto tuttofare e mamma con una passione smisurata per la fotografia. La scrittura è una medicina che le permette di esprimere la propria personalità e far emergere la sua vera voce. Meglio di uno psicanalista. Alla perenne ricerca di una strada da seguire, al momento, preferisce perdersi.