Culture. Eat it
10 Maggio 2019
Vantatosi delle sue imprese con Cupido, del quale derideva le mancate gesta, Apollo conobbe presto la sua vendetta. Un dardo d’oro lo colpì facendolo innamorare perdutamente della ninfa Dafne, colpita a sua volta da una freccia di piombo pronta a respingerlo.
Nel gruppo scultoreo Apollo e Dafne (1622-25) Gian Lorenzo Bernini li rende immortali. La ninfa invoca il padre Peneo affinché le fosse concessa altra forma per sfuggirgli. Assistiamo così alla sua trasformazione in pianta di alloro: forti rami si sostituiscono ai capelli e alle dita delle mani, mentre i piedi cedono il posto alle radici. Un affranto Apollo cingerà il corpo tronco della ninfa e da quel giorno l’alloro diventò sacro per il giovane dio.
In quell’istante fatale di marmo Bernini celebra la bellezza dei loro corpi, la morbidezza di quelle superfici che cedono il passo alla ruvida corteccia e al suo fogliame.
Mi piace pensare che Dafne volesse vivere libera nei suoi boschi, che l’amore non le interessasse, e che con tenacia difendesse la propria esistenza. Pur di non sottomettersi ad Apollo Dafne sceglie di cambiare forma diventando parte della natura che ama. Più che la verginità forse difende la sua libertà.
Il gruppo scultoreo è esposto nella Galleria Borghese di Roma.
Autore
biografia:
È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.