Culture. Eat it
24 Giugno 2020
Amo le parole. Il modo in cui si mescolano, si confondono, si attraversano, il loro suono. E proprio perché ne sono innamorata, sento il bisogno fisico, alle volte, del silenzio. Le parole non sono sempre necessarie. Avete mai provato a cercare online informazioni sulla depressione?
Provateci, troverete tutto e niente. Scoprirete probabilmente che Leopardi era depresso, ma poi troverete qualcuno che smentirà questa affermazione. Come tutti i problemi che hanno a che fare con la nostra psiche, la depressione è difficile da contestualizzare. Come si può dargli una forma scritta se nemmeno chi la vive riesce a delinearne il profilo?
Però la depressione è visibile, percepibile, tangibile. E in Bloom, il corto animato realizzato da Emily Johnstone, la puoi sentire. Soli quattro minuti per apprezzare una storia di buio e di rinascita, quella di Nadine, che grazie a un regalo inaspettato da parte di una vicina di casa trova un motivo per cui tornare a vivere.
Quel regalo è un fiore e in quel fiore è racchiusa la metafora della vita umana. Siamo piccoli germogli che possono fiorire e rifiorire in continuazione anche grazie alla gentilezza inaspettata di uno sconosciuto. Che sì, come diceva Esopo: “nessun atto di gentilezza, per piccolo che sia, è mai sprecato”.
Godetevi questi quattro minuti, non ve ne pentirete, anzi probabilmente vi miglioreranno la giornata. Preparate i fazzoletti però.
Autore
biografia:
Copywriter, folletto tuttofare e mamma con una passione smisurata per la fotografia. La scrittura è una medicina che le permette di esprimere la propria personalità e far emergere la sua vera voce. Meglio di uno psicanalista. Alla perenne ricerca di una strada da seguire, al momento, preferisce perdersi.