
Culture. Eat it
24 Ottobre 2016
C’era una volta in Cambogia una città di nome Phnom Penh.
Come in chissà quanti altri luoghi del mondo, lì donne e uomini vivono con una dura consapevolezza nel cuore: sanno di dover convivere con il dolore di chi vede sottrarsi dalla strada figli senza un possibile futuro.
Questa non è però una storia triste perché se è vero che la vita sa essere amara, essa è anche in grado – proprio come narra il mito – di donare speranza: ecco che, oltre a “tutti i mali del mondo”, dal Vaso di Pandora affiora Ida Onlus. Il nome è quello di una zia, una figura importante nella nascita dell’associazione che di recente ha avviato con amore e spontaneità il progetto “Dalle mine gioielli di speranza”.
La terra con i suoi frutti e la guerra con i suoi diabolici strumenti hanno dato inaspettatamente corpo alla speranza in fondo al vaso: nella scuola laboratorio orafo giovani donne e uomini creano raffinati e luminosi bracciali, anelli e orecchini. Questo progetto dà loro non solo un lavoro ma anche una vita dignitosa acquisendo competenze tecniche, affiancando alla pratica lo studio e cercando di essere un esempio concreto per migliaia di ragazzi che invece hanno come casa la strada.
Con lo stesso spirito di collaborazione e di mutuo aiuto siamo qui a raccontarvi la loro storia: l’acquisto di un prodotto di bigiotteria presso una delle tante “Botteghe del mondo”, sparse sul nostro territorio, può far la differenza, può essere una goccia gigante nell’oceano, può essere la rondine che fa primavera.
E se aggiungete che il loro prezzo è competitivo, beh non resta che andare a vedere di persona quanta bellezza c’è in quella speranza.
Per maggiori informazioni e curiosità visitate il sito www.idaonlus.org.
Ph. Sara Cartelli
© The Eat Culture
Autore

biografia:
È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.