David di Michelangelo

Culture. Eat it

7 Giugno 2021

#telamostro

DAVID

di Ramona Lucarelli

Quando penso all’Arte che rappresenta l’Italia nel mondo mi vengono subito in mente alcuni grandi capolavori:

La nascita di Venere di Sandro Botticelli
La Gioconda e l’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci
Amore e Psiche di Antonio Canova
La Cappella Sistina di Michelangelo Buonarroti

e poi lui… il David.

Michelangelo scolpisce il celebre marmo all’inizio del Cinquecento (1501-1504). Diventerà presto il simbolo della città di Firenze e del Rinascimento, fino a rappresentare l’Italia all’estero.

La scultura ritrae Davide nell’attimo in cui sta per affrontare il gigante Golia. La grandezza dell’impresa dell’eroe biblico è la medesima affrontata da Michelangelo che si cimenta in quello che nessuno era riuscito a fare prima di lui: creare una scultura da un unico blocco di marmo.

La storia racconta che Michelangelo non solo accettò la sfida consapevole del prestigio ma fece costruire una sorta di “gabbia” intorno all’opera per tenere lontano occhi indiscreti.

L’approccio innovativo era tale che Michelangelo scelse anche un’iconografia diversa: non rappresentò infatti il momento della vittoria, con la testa del gigante ai piedi di Davide, ma quello che precede la sfida.

Simbolo della trionfo della democrazia sulla tirannide dei Medici, con sguardo intenso e penetrante Davide regge con la mano destra il sasso che gli donerà la vittoria.

Per trasportare la statua di fronte a Palazzo Vecchio ci vollero più di quaranta uomini, era il 18 maggio 1504. Michelangelo completò sul posto alcuni dettagli, dipingendo in oro il tronco d’albero posto dietro la gamba e aggiungendo una ghirlanda d’ottone con foglie di rame dorato intorno alla testa e la cinghia della fionda.

Una seconda copia è collocata presso piazzale Michelangelo, l’originale è custodito presso la Galleria dell’Accademia di Firenze.

Photos: Sara Cartelli

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Autore

Ramona Lucarelli

Per aspera ad astra

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Ramona Lucarelli

biografia:

È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.

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