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7 Maggio 2021

storie

Del tempo che passa la felicità

di Sara Cartelli

Sono nata il 7 maggio del 1985.
Proprio oggi, ma trentasei anni fa.
Ho sempre sofferto il giorno del mio compleanno.
Non mi piace stare al centro dell’attenzione e da brava introversa ho sempre avuto paura di organizzare una festa. Temevo che nessuno venisse o di disturbare qualcuno che si sarebbe sentito in dovere di partecipare pur non volendolo. Insomma, non ho mai festeggiato un compleanno organizzato da me.

Ho sempre vissuto nell’angolo. Non sono quella che sta sul palcoscenico, me ne sto dietro le quinte o davanti, confusa tra il pubblico.
Sono cresciuta con il mito che se vali, se sei meritevole, prima o poi qualcuno si accorgerà di te.
Negli anni novanta, duemila, quasi tutte le persone che “ce la facevano” erano state scoperte.
Ve lo ricordate? Non esisteva il merito, la fatica, lo studio. No. Uscivi dal supermercato e bam, qualcuno per puro caso ti sceglieva tra mille. Miracolo.
E allora io mi sono messa nell’angolo a fare e provare e rifare e sbagliare.
Ma più facevo, più mi accorgevo che nessuno mi vedeva.
Non sono mai inciampata in qualcuno fuori dalla Coop. Mai, mannaggia.
Più facevo più mi sentivo invisibile. Oltretutto di mestiere faccio la copywriter, il non plus ultra dell’invisibilità.

Io l’invisibilità, ci ho messo un po’ a capirlo, me la sono scelta.

Adesso il mondo è cambiato, nessuno ti scopre più col pigiama a scacchi e il mollettone in testa fuori dalla metro rossa, adesso il mondo, dicono, è di chi spinge. In friulano si direbbe di chi sburta. Ripetono con vocina da pubblicità che “se ti impegni ce la fai”, che “devi crederci”. Ti dicono addirittura che ti capiscono e ti vogliono bene anche se tu non ti sei mai capita.

Sapete che c’è, io non sono una che spinge, non butto giù i portoni, non contratto, non è nella mia natura. Io faccio e anche se non basta mai, faccio quel che posso. Io mi impegno ma spesso e volentieri non ce la faccio. Perché la vita è un dannato Tetris e incastrare tutto è un affare complicato.

Io semplicemente sto. Senza ovviamente mai disturbare nessuno.

Ho scelto il mio angolo e l’ho arredato bene. È un angolo piccolo, con poche persone, una bottiglia di Friulano, la mia famiglia e le passioni che mi tengono in vita.

Quindi, oggi è il mio compleanno. Voglio augurare a me e a voi di festeggiare i compleanni, che sono un regalo e un’opportunità. Ogni anno che passa è, dopotutto, un regalo. Auguro a noi tempo, per provare, fare e disfare a nostro ritmo e a nostro modo. Auguro a noi un mondo libero dai maestri di vita condito da un bel “ma chi vi conosce?”. Auguro a noi una vita nel posto più accogliente e su misura che possiamo creare. Che sia un palcoscenico, uno stadio, un teatro o un angolo, l’importante è scoprire qual è il nostro posto e starci bene dentro.

E siccome ogni compleanno che si rispetti merita un regalo, vi lascio questo corto animato della regista armena Natalia Mirzoyan, “Five minutes to sea”. Parla del tempo e della sua percezione nelle diverse fasi della nostra esistenza. È una piccola poesia.

Buon compleanno a me e buona visione a voi.

Sì il titolo di questo articolo è il titolo di una canzone di Motta. Già che ci sono auguro a noi anche un concerto, a brevissimo.

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Autore

Sara Cartelli

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Sara Cartelli

biografia:

Copywriter, folletto tuttofare e mamma con una passione smisurata per la fotografia. La scrittura è una medicina che le permette di esprimere la propria personalità e far emergere la sua vera voce. Meglio di uno psicanalista. Alla perenne ricerca di una strada da seguire, al momento, preferisce perdersi.

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