Culture. Eat it
3 Febbraio 2016
E così un giorno ti svegli e ti rendi conto di essere mamma. E no, non è quel giorno in cui sono spuntate le due linee rosa sul test. Quel giorno, non lo capivi ancora. O meglio, non lo capivo ancora. È successo per caso. È una consapevolezza che è cresciuta pian piano. Non si è rivelata subito, almeno non a me. Ho dovuto abbattere muri d’incertezze, ansie, paure, speranze. Confrontarmi con un sogno che diventava realtà. Con addosso un pigiama rosso e gli occhi stropicciati sono scesa dal letto. Il freddo era reale, tu lo eri, lo sei ed io… io sono mamma. Sono mamma anche se sei ancora dentro me, nella mia enorme pancia che con il passare dei giorni si fa sempre più enorme. Non sarà il parto o stringerti tra le mie braccia a rendermi genitore. Lo sono già. Sono tua mamma. Io ti sento.
Sento la tua presenza. I tuoi calci, i tuoi movimenti che alle volte mi colgono all’improvviso, facendomi saltare sulla sedia.
Sento il piacere che provi quando accarezzo la pancia, perché ti fermi a ricevere le mie coccole.
Sento che ci ascolti, anche se non so ancora se condividi quello che io e tuo padre diciamo.
Sento la responsabilità. Di doverti crescere come persona onesta, libera e indipendente.
Sento la paura. Di non riuscire ad essere la madre che vorrei o vorresti. Di sbagliare.
Sento che sto cambiando, in meglio… e sento che è tutto merito tuo.
Non so che madre sarò, ma so che lo sono. Oggi, domani, dopodomani: sarò qui per te. Sempre.
Anche il giorno in cui te ne andrai per seguire la tua strada. Perché lo farai.
Saremo a distanza di due case, due quartieri, due chilometri, due nazioni o due continenti. Chi lo sa. Io sarò sempre al tuo fianco. Perché ciò che spero di più è che tu viva la tua vita. Che non è quella che vorrei tu vivessi, ma quella che vorrai vivere tu.
Questo è l’unico augurio che faccio a me stessa, come madre. Quello di ricordarmi che sarai sempre una parte di me, ma non sarai mai mia/o. Tu sarai semplicemente tu, ed io semplicemente io. Due creature simili e diverse, unite e divise, complici e discordi, meravigliose… perché uniche al mondo.
Photography: Sara Cartelli.
© Immagini The Eat Culture.
Autore
biografia:
Copywriter, folletto tuttofare e mamma con una passione smisurata per la fotografia. La scrittura è una medicina che le permette di esprimere la propria personalità e far emergere la sua vera voce. Meglio di uno psicanalista. Alla perenne ricerca di una strada da seguire, al momento, preferisce perdersi.