Culture. Eat it
4 Giugno 2018
C’era una volta un bruco.
Stava bene sulla sua foglia:
la mangiava, scendeva, faceva
una passeggiata e poi ritornava.Non gli mancava nulla.
Un giorno
mentre passeggiava,
il bruco si ritrovò
di colpo sollevato
da terra, sospeso
a un ramoscello.
Una cosa improvvisa e inaspettata proprio come l’intuizione che Antonella Capetti, autrice dell’albo illustrato Che bello!, ha ricevuto in dono. Passeggiava in bicicletta in aperta campagna con un’amica quando davanti alla manifestata meraviglia provata da quest’ultima per un bruco si domanda cosa vogliano dire le parole Che bello! per ciascuno di noi.
Da qui ha inizio la nostra storia di bellezza.
Una mattina nella vita del piccolo bruco irrompe una bestia sconosciuta dallo strano odore che gli rivolge tre semplici parole Come sei bello e nulla è più come prima.
Nessuno glielo aveva mai detto.
Chissà cosa significava.
Assurdo per noi lettori che sia proprio lui a chiederselo, lui che abita l’incantevole natura fantastica dalle tinte violacee e arancioni, opera dell’illustratrice inglese Melissa Castrillon. Eppure la domanda Che cosa vuol dire bello? lo tormenta; interroga l’orso, la cornacchia, gli scoiattoli, il topo, la talpa, il cervo ma non trova la risposta che cerca.
Ognuno sembra avere un’opinione differente: la bellezza sa essere utile, comoda, calda, divertente, luccicante… e poi? Quelle semplici parole hanno smosso nel profondo il nostro bruco, il quale non si accontenta delle risposte dei suoi amici del bosco e continua nella sua ricerca.
Nel frattempo era giunta la notte
mentre il buio avvolgeva lentamente
ogni cosa.
C’è un momento nel quale le parole sembrano non essere abbastanza e subentra il cuore.
Tutti esclamano all’unisono Che bello!, chissà cosa avranno visto.
Tempo di lettura
una bella notte stellata
Ph. Sara Cartelli
© The Eat Culture
Photos: Sara Cartelli
Autore
biografia:
È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.