Culture. Eat it
21 Marzo 2016
Questa “storia improbabile” è la storia di Ambrose e Zipper.
Pubblicitario lui, giornalista di moda lei, vivono a Londra nella loro casetta vittoriana. La loro vita scorre tranquilla fino alla scoperta di una malattia incurabile che lascia ad Ambrose solo un mese di vita o poco più. In preda ad una sorta di smarrimento egli decide come impiegare il tempo che gli resta da vivere: lui e Zipper partiranno così all’improvviso verso luoghi sconosciuti, amati, desiderati. È un viaggio nel mondo dalla A alla Z, nel tentativo di lottare contro il tempo che corre veloce perché si sa “la vita fugge, et non s’arresta una hora”.
Amsterdam, Berlino, Chatres, Deauville…
È difficile godere del viaggio sapendo che presto si dovrà lasciare ciò che si ama. È difficile pensare che qualcuno o qualcosa possa sottrarti alla vita senza possibilità d’appello e soprattutto è difficile sfruttare al meglio quel prezioso tempo sapendo che prima di quel preciso istante “avevi dato per scontato che durasse anni”.
La fine dell’alfabeto di C. S. Richardson racconta della vita, della sua imprevedibilità e di come ogni tentativo – anche il più originale – non si possa sottrarre alla malinconia che la parola “fine” inevitabilmente porta con sé.
Io credo che Ambrose abbia intrapreso il viaggio più bello con la lettera Z.
Durata della lettura: qualche sera
Photography: Sara Cartelli.
© Immagini The Eat Culture.
Autore
biografia:
È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.