Culture. Eat it
6 Novembre 2016
È giunta l’ora di depennare dalla lista dei libri da leggere la quadrilogia de L’amica geniale, sempre se esiste ancora qualcuno a non averlo già fatto!
Ecco a voi tre buone ragioni:
01. È il momento giusto. Dato che è stato FINALMENTE rotto l’anonimato sull’identità della scrittrice potrete leggere la storia in pace. Come se sapere che Elena Ferrante è Anita Raja (non c’è ancora conferma) possa aggiungere o togliere bellezza alla lettura, aiutare a capire meglio le due protagoniste – Lila e Lenù, sapere se c’è vita su Marte, scoprire il terzo segreto di Fatima, chi ne ha più ne metta. Ragazzi, soprattutto zero spoiler, volete mettere?!
02. È la storia di un’amicizia vera. Lila Cerullo ed Elena Greco abitano in un rione miserabile della Napoli degli anni ’50, dove la loro complessa amicizia cresce, le porterà ad allontanarsi e a rincontrarsi. Saranno capaci di provare buoni e cattivi sentimenti e proprio questi ultimi le renderanno umane, due di noi. L’autrice ce le descrive con audacia, senza farci cadere in pregiudizi o preferenze tra le due; sarebbe troppo facile patteggiare per l’una o per l’altra. In questa storia nessuna trionfa: Lila e Lenù rimarranno amiche anche quando le ferite che si infliggeranno sembrano irreparabili e il lettore assiste a tutto ciò da un posto privilegiato, il flusso di pensieri di Elena, l’io narrante. Sono amiche e nemiche, donne che sapranno trarre forza l’una dall’altra, talvolta saccheggiandosi a vicenda sentimenti, forze e amori.
03. Avrete occhi nuovi con i quali guardare l’amicizia, finendo per darle addirittura un nuovo senso. Questa storia ti lascia una certa indulgenza. Dopo esclamazioni del tipo “ma come fanno queste due ad essere amiche?!”, “dopo questa sicuramente non si parleranno più!”, arriva la consapevolezza che forse oggi chiediamo all’Amicizia – per definirla tale – solo il meglio, che decidiamo di concederci solo il “buon tempo”, come se in un rapporto gli screzi possano essere solo irreparabili, crepe di un vaso – chiamato amicizia – che la rendono meno affidabile, meno forte. Eppure Elena nel corso della narrazione di ben quattro romanzi non smette di parlare di Lila, anche quando la ferisce, di raccontare i suoi trionfi, che le fanno provare invidia, perché sembra evidente che per raccontare la sua vita è necessario parlare anche di lei.
È un’amicizia in cui specchiarsi: è capace di farti vergognare, di farti sentire bella e di farti del male ma anche di farti sentire viva perchè nonostante tutto la persona che sa vedere il meglio di te è la tua amica geniale.
Durata della lettura:
quattro settimane, una per ogni romanzo
Ph. Sara Cartelli
© The Eat Culture
Autore
biografia:
È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.
