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22 Novembre 2016

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Il vuoto nello specchio

di Valentina De Simone

Un ricordo:
Tempo fa conobbi una persona. Era seduta davanti a me, aveva sbagliato carrozza, aveva sbagliato orario di partenza.
Aveva sbagliato treno, insomma.
Motivo per cui pagò 8 Euro di penale al controllore.

Al suo fidanzato piaceva la frase “L’ottimo è il nemico del bene”.
Chissà dov’era questa frase quando guardandola negli occhi le diceva
“Mi vergogno di te”.

La pelle segnata e i capelli corti.
Li sfiorava con le dita finché mi diceva di non essere sempre stata così.
Accarezzava pensieri nostalgici e aggiungeva:
Un giorno mi sono guardata allo specchio: dentro c’era il mio sogno di bambina. Riempiva tutta la stanza.
Al mio fidanzato piaceva la frase -L’ottimo è il nemico del bene- , se la ricordava quando con tutte le, poche, parole che conosceva mi insegnava di quanto non valessi, di quanto quel riflesso non andasse bene.

Io di parole ne ho sempre avute di più.
Forse in abbondanza.
Ne trovavo nel cruscotto, nelle tasche, nei doppi fondi delle borse.
Usarle tutte per giustificarlo si faceva lavoro facile per me.

Quando rimanevo a secco le compravo.
Ci spendevo tutti i miei soldi, lì.
Lì e in tutti gli stratagemmi per avvicinarmi a un’altra immagine.
E intanto il riflesso cambiava, si plasmava, si perfezionava.
Il riflesso parlava di smanie devastanti mai soddisfatte.
Il riflesso si era preso le mie parole, tutte.
Le usava a suo piacere e molto spesso le sostituiva con altre:
Più banali, più superficiali.
Più adatte.

Si era preso le mie reazioni.

Eppure i colpi all’amor proprio li riceveva.
Si, anche lui.
Ma era più bravo di me: nessuna crepa sul suo finto marmo.

Io invece incassavo, accumulando i segni.
Era brutto si.
Ma durava poco: seguivano i ti amo, piovevano i “Dimentichiamo, scusa amore mio”, dentro un baciamano.
Erano l’acqua con cui il riflesso si lavava la faccia ogni mattina.
Solo che non era mai abbastanza pulita e infatti non bastò”.
Tolse gli occhi dal finestrino e finalmente mi guardò.
Tacendo.

Quando il riflesso le comunicò :“Ho fallito”, lei gli disse: “ E’ Vero”.
La catena di montaggio con cui costruivano la loro commerciale felicità l’abbandonarono dentro la casa dove non vivranno più.
Chiusa quella porta, lei e il riflesso hanno fatto un giuramento:
Non incontriamoci mai più.

Così è stato.

“Prima di andarsene mi ha messo 8 euro in tasca, ciò che rimaneva dalla compravendita delle parole.
E io ho sbagliato carrozza,
ho sbagliato orario,
ho sbagliato treno.
Ma questa è la mia fermata e adesso scendo”.

il vuoto nello specchio

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Ph. Sara Cartelli
© The Eat Culture

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Autore

Valentina De Simone

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Valentina De Simone

biografia:

Community Manager con la passione per la sociologia, vive da sei anni tra Padova e Milano. Una volta scrisse una strampalata teoria sulla Matematica, su di un compito di Matematica. Prese zero e il prof. le disse che doveva trovare sfogo alla sua troppa fantasia se voleva abitare nel mondo reale. Comprò un block notes e iniziò a scriverci tutto quello che le passava per la testa, nacque così l’amore per la scrittura, l’amore per l’espressione.

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