Home > menù degustazione > l'ho scelto per la copertina > Io sono Maria Callas di Vanna Vinci. La musica come benedizione e condanna

Culture. Eat it

13 Ottobre 2020

l'ho scelto per la copertina

Io sono Maria Callas di Vanna Vinci. La musica come benedizione e condanna

di Ramona Lucarelli

Questa è la storia di una donna e di una diva, di un’icona del XX secolo, raccontata dalle parole e dalle immagini di Vanna Vinci che in questa graphic novel riflette su come il talento possa essere al tempo stesso condanna e benedizione: Io sono Maria Callas.

L’ho scelto per la copertina: Io sono Maria Callas di Vanna Vinci

La storia di copertina di questo mese è dedicata a Vanna Vinci e Maria Callas.

Il primo libro letto di Vanna Vinci è stato il regalo di Natale di un’amica che mi conosce bene: si trattava di Frida. Operetta amorale a fumetti, un libro dedicato alla piccola grande messicana (ne ho parlato qui).

In Io sono Maria Callas l’autrice racconta la vita della giovane cantante lirica che finisce per smarrirsi in quella della superdiva, lasciando presagire fin da subito che furono molte le gioie ma soprattutto i dolori.

Se la tua venuta al mondo non è stata accolta con un caldo abbraccio la tua esistenza sarà costellata dall’insicurezza e dalla mancanza d’amore. La madre di Maria desidera infatti un bel maschietto e anche quando scopre la formidabile voce della figlia non vuole altro che trasformarla in un investimento.

Bisogna esser stati bambini prodigio per capire le torture che i genitori sono capaci di infliggere ai figli.

Una piccola Maria lascia così la città di New York, dove era nata nel 1923, per la Grecia. Lì inizia il suo percorso di formazione e trova nella sua prima insegnante, Elvira De Hildago, la madre amorevole che le manca.

La musica diventa per Maria Callas una via di fuga perché le dà la possibilità di intepretare ruoli che la “staccano” da se stessa. Maria non si accetta eppure strega tutti con la sua straordinaria voce.

Inizia così la stagione americana come cantante lirica ma è durante una tappa italiana della sua carriera che conosce a Verona l’uomo che considera a lungo il suo primo amore: l’imprenditore industriale Giovanni Battista Meneghini, che sposa nel 1949.

Battista mi seguiva ovunque. Mi faceva da marito, padre, manager, consigliere, segretario, amministratore…

Molti teatri e registi si contendono la sua voce ma solo uno continua ad ignorarla, il Teatro La Scala di Milano; ciò accade fino a quando il suo direttore, Antonio Ghiringhelli, cede:

Non sono stato in grado di valutarne subito il talento. Maria lavorava con estrema cura sulla parte vocale… ma era anche una grande interprete drammatica. Reinventava i personaggi. Una vera rivoluzione, per la lirica. La Scala ne aveva bisogno. Così fu lei ad aprire le stagioni del 1951 e 1952… Erano cominiciati gli anni d’oro.

È iniziata la Leggenda. Io sono Maria Callas racconta come la donna si sia trasformata in diva e la diva in leggenda e di come nella scoperta del suo talento sia iniziata la rovina di Sophia Cecilia Anna Maria Kalogeropoulos in arte Maria Callas.

In lei hanno convissuto sin da principio molte donne: Maria, la Callas, la “sciuretta che voleva dei figli”, la “sacerdotessa del dramma”.

In scena Maria era immersa in un mondo tutto suo… come fosse in un acquario. La scena diventava il luogo dell’immaginario, un sogno reale… Non stava recitando, ma vivendo. Si trasformava, era come sdoppiata.

L’Anna Bolena del 1957 a La Scala con Luchino Visconti è stata il suo successo e il suo canto del cigno allo stesso tempo. La voce inizia a mancarle ma Maria Callas non ha diritto a sostituti, portando al tragico episodio del 1958 che la vide fischiatissima alla serata inaugurale del Teatro dell’Opera di Roma.

In quegli stessi anni un altro incontro le è fatale, quello con l’armatore greco Aristotele Onassis.

Mi ritrovai dentro la vita senza il filtro del teatro. Non era più la Callas o Norma, Violetta, Medea… Adesso ero io immersa nella tempesta emotiva. Non era più solo il canto a comunicare emozione, ma anche il corpo e i sensi…

Da quell’incontro molte cose vanno a rotoli. La morte di un figlio, la progressiva perdita della voce, il matrimonio di Onassis con Jackie Kennedy e una sofferenza fisica che si era fatta dolente la portano verso un progressivo isolamento.

Di quel Io sono Maria Callas cosa resta? “E chi ero, senza La Callas”?

La fumettista Vanna Vinci riesce con il suo tratto inconfondibile a descrivere le molteplici sfumature della donna artista.

Nei suoi disegni Maria a volte scompagina, quando è raffigurata imponente come Medea, altre si rimpicciolisce quando si ritira nella sua solitudine.

Parallelamente attraverso le parole narra i molti fatti della sua vita dando al libro lo schema della tragedia greca con prologo, parodo, episodi, stasimi ed esodo.

In una biografia illustrata non ti aspetti di trovare tutti gli eventi, la cronologia o la completezza della narrazione, ti aspetti fedeltà. E qui dentro ho trovato fedeltà alla storia, alla donna e alla musica attraverso un’altra arte bellissima, quella del fumetto e dell’illustrazione.

Io sono Maria Callas mostra la storia della donna dietro la leggenda.

Callas graphic novel di Vanna Vinci

Vanna Vinci Callas graphic novel

Photos: Sara Cartelli

SPREAD THE CULTURE

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo subito!

Autore

Ramona Lucarelli

Per aspera ad astra

email me

follow me

Ramona Lucarelli

biografia:

È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

NEWSLETTER

Join the eat culture

La cultura da mangiare che
non teme la prova costume.

Entra a far parte
della nostra famiglia!