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24 Settembre 2015

storie

IO VOLEVO SOLO VIVERE

di Sara Cartelli

Io volevo solo vivere. È lecito per un bambino pensare di voler vivere. Non chiedevo mica tanto. I miei non erano sogni di gloria: non volevo diventare calciatore, astronauta o un attore di Hollywood, no, niente di tutto questo. Volevo solo una vita dignitosa. Una vita come tante forse, ma pur sempre una vita. Non che non avessi dei sogni, ma erano ridimensionati. Avevo gli occhi neri, grandi e una manciata di sassolini sempre in tasca. Dalle mie parti i giochi non li aveva nessuno così, con i sassolini, ci divertivamo a creare forme geometriche o a dare vita a storie di fantasia. Eravamo un bel gruppo di bambini ed abbiamo giocato in strada, finché abbiamo potuto, finché non è diventato pericoloso. Poi, ho dovuto imparare a giocare da solo, quando ci siamo nascosti. I miei fratelli erano troppo piccoli e non potevo parlare con loro. Devo dire che non è male giocare da soli, riesci a inventare cose che nemmeno immagini.

Come storie di bambini che finalmente possono tornare a giocare in strada, perché la guerra è finita. Perché è per colpa della guerra se sono morto. Ha distrutto la mia città, la mia casa e la via in cui ci divertivamo, si è portata via i miei amici e poi anche me. La cosa bizzarra è che sono morto a un passo dalla salvezza. È bizzarro no? Riesci a sfuggire alle bombe e finisci all’aldilà per colpa del mare. Quel mare che ti dovrebbe cullare, ed invece spazza via tutti i tuoi sogni di una vita migliore, normale. Credetemi, non è bello morire in mare. Mi è passata tutta la vita davanti in quei minuti. Ho pensato a mamma, a papà e ai miei fratelli. Anche loro se ne sono andati, tranne papà, che invece ce l’ha fatta. Ed io ho solo una preghiera per lui: che possa trovare un paese in cui finalmente vivere in pace. Non abbiate paura di lui, è un uomo buono, ed è stato anche un bravo papà. Non è diverso da voi, è un cittadino del mondo. Ricordatevi che la terra che calpestiamo è di tutti e che i confini geografici sono solo illusioni.

E un ultimo favore: non ditegli di tornare a casa sua. Lui una casa sua non ce l’ha più. Ma se volete, aiutateci a fermare questa guerra, aiutateci a ricostruire le nostre case, aiutateci a ritrovare la pace. Quella pace che viveva dentro ognuno di noi prima di ritrovarci in questa situazione assurda. Solo così, solo se non girerete la testa dall’altra parte, saprò di non essere morto invano.

 

Questa storia di pura finzione è dedicata a tutte le vittime delle guerre, di ieri oggi e domani.

 

Immagine di copertina Robert Capa via classic-photographers.com

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Autore

Sara Cartelli

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Sara Cartelli

biografia:

Copywriter, folletto tuttofare e mamma con una passione smisurata per la fotografia. La scrittura è una medicina che le permette di esprimere la propria personalità e far emergere la sua vera voce. Meglio di uno psicanalista. Alla perenne ricerca di una strada da seguire, al momento, preferisce perdersi.

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