
Culture. Eat it
4 Maggio 2021
La colazione dei canottieri è esistita per davvero.
Il celebre quadro di Pierre-Auguste Renoir prende vita tra il 1880 e il 1882 nella veranda del locale Fournaise sull’isola di Chatou, ritrovo di canottieri che dopo aver praticato lo sport lungo la Senna si davano appuntamento tra amici.
A conferma di ciò tra le quattordici persone ritratte si scorgono volti a lui familiari come il figlio del proprietario del locale, Alphonse Fournaise, con barba folta e il tipico abbigliamento dei canottieri, e la futura moglie dello stesso Renoir, Aline Charigot, mentre gioca affettuosa con il cagnolino.
Quella de La colazione è una scena di amicizia, di gioiosa conviviliatà spesa alla luce di un sole caldo che filtra attraverso il tendaggio a righe della veranda. È lo sguardo a legare tra loro gli amici in un’atmosfera allegra e frizzante.
Guardando il quadro di Renoir sembra di poter sentire, muovendosi idealmente tra i tavoli, il brusio del locale, le chiacchiere e le risate delle persone che lo vivono.
In questo quadro c’è la vita che ci sta mancando in questi mesi, che sembra vivere solo nei ricordi di post fotografici, un po’ come scoprire con malinconia che quella veranda non è più l’oasi felice di cui Renoir ci regala immortale ricordo. A raccontarlo è il figlio del pittore, Jean Renoir:
“Che tristezza! Fabbriche, mucchi di carbone, mura annerite, acqua sudicia. […] Il barone Barbier, i canottieri, le belle ragazze spensierate hanno abbandonato quella riva della Senna: vivono ora, per l’eternità, nella fantasia di coloro che amano la pittura e che vanno a fantasticare sui tempi passati dinanzi alla Colazione dei canottieri al museo di Washington”.
A noi come ad Amelie del fantastico mondo questo quadro impressionista piace molto, ci fa sognare di poter tornare a spensierati giorni quotidiani.
Oggi possiamo apprezzarlo presso la Phillips Collection di Washington.
Autore

biografia:
È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.