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La luce dei tuoi vicini

Culture. Eat it

4 Dicembre 2020

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La luce dei tuoi vicini

di Sara Cartelli

Stamattina mi sono svegliata e ho indossato il maglione di Natale.
L’albero è pronto e le luci sono accese.
I vicini hanno già montato le luci da esterno. Qualcuno sul balcone, qualcuno sugli alberi.
La sera mi affaccio sul terrazzo e le vedo: colorate, bianche, gialle. Alcune lampeggiano in maniera veloce.

È un caos di luci e intermittenze. È il nostro caos.
Quelle luci che qualcuno guarda storcendo il naso, cogliendo l’occasione per pubblicare un post sarcastico su Facebook, siamo noi.
Ci identificano. È la nostra complessità che si svela e si rivela. Sono le differenze che cerchiamo di appiattire per conformarci all’interno di questa società che vengono a galla.
Sembriamo tutti così discretamente simili dall’esterno. Casa, lavoro, macchina, il prato tagliato, la porta chiusa a chiave a doppia mandata, le tapparelle abbassate alle cinque, abbiamo pure gli stessi alberi nel prato. Le giornate le passiamo quasi tutte allo stesso modo, sfiorandoci, incontrandoci per caso.

Ci chiamiamo vicini ma, per ironia della sorte, ci siamo scoperti davvero vicini solo durante il lockdown. E lo siamo stati, per qualche mese, ci siamo sentiti meno soli. A marzo incappare in un vicino era come incontrare un amico che non vedevi da tempo, un antidoto alla solitudine, la gioia di poter guardare negli occhi un viso noto e allo stesso tempo nuovo.
Adesso è dicembre e quei vicini li si vede meno, tutti impegnati nella corsa della vita come noi, ma li si può guardare bene grazie alla luce che hanno deciso di donare agli altri.

Le luci da esterno sono una sorta di medicina, la nostra dose di positività e meraviglia. Il sette gennaio quand’è tempo di toglierle, la strada diventa buia e, guardandola, non puoi fare a meno di farti attraversare da un profondo senso di tristezza.
Perché la gioia sta tutta lì, in quel caos che non siamo altro che noi. Nelle forme di luce, velocità e colori che compongono la nostra identità e che, insieme, creano quella cosa stupenda che si chiama diversità. Queste luci tutte diverse non son mai state giudicate belle, forse non lo saranno mai. Diversi però è quel che siamo e loro servono a ricordarcelo. Stringiamole forte le belle sensazioni che ci hanno regalato, quando si spegneranno.

 

Dicembre per noi, come ogni anno, è un mese di luce. Se vuoi raccontarci il tuo personale modo di guardare alla luce ti aspettiamo a braccia aperte sempre allo stesso posto, l’hashtag #fareluce, su Facebook, Instagram e Twitter.

Photos: Sara Cartelli

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Autore

Sara Cartelli

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Sara Cartelli

biografia:

Copywriter, folletto tuttofare e mamma con una passione smisurata per la fotografia. La scrittura è una medicina che le permette di esprimere la propria personalità e far emergere la sua vera voce. Meglio di uno psicanalista. Alla perenne ricerca di una strada da seguire, al momento, preferisce perdersi.

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