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27 Settembre 2016

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LA RIPARTENZA

di Valentina De Simone

Al binario 9 tutti si aspettano di salire, con i loro bagagli tristi e i cuori pesanti. I sorrisi di chi va in vacanza e le ventiquattrore di chi dal lavoro non stacca.
Vengo a salutarti prima che riparti”, mi hai promesso l’altro giorno. “Aspettami in stazione, arrivo dall’ufficio”. 

Non ti vedo da dodici mesi esatti oggi, il giorno del tuo compleanno.
Chissà se sono ancora l’unica persona a sapere quand’è.

Vengo a salutarti, prima che riparti”.

Già la ripartenza; che si arrivi o che si vada la Centrale ne è il tempio.

17:40. Si illumina il telefono: “Dove sei? Corro”.
“Al 9”, ti rispondo.

“Vengo a salutarti prima che riparti”
Mi guardo attorno: le 17:35. Il treno alle 18:05.

La ripartenza è una sinfonia che ascolti quando sei pronto. Il ritmo che fa ballare l’universo.

17:42. La ripartenza è un percorso a ritroso. All’Itaca dove qualcosa è rimasto squarciato e, finora, mai ricucito.
17:45. La ripartenza è rivedere le fondamenta, prima di continuare a costruire. Smettere un attimo di scrivere e rileggere, per vedere se la trama fila.
17:47. Ripartenza è perdonare: persone, luoghi, parole e canzoni. Ripartenza è ringraziarli e lasciarli andare.
17:48. Ripartenza è l’incoscienza di non ripudiare il mondo e l’amore, dopo un dolore folle. Perché ripartenza è soprattutto gioire ancora, innamorarsi ancora.
17:50. Ripartenza è il patto che fai con te stesso: è la parte migliore di me, che metto al servizio dei miei sogni, ora che sono più forte, ora che posso ripartire.
17:55. Ripartenza è guardarti in faccia e non aver più timore di chi sei veramente.

La Ripartenza è saper anche dire di no.

“Vengo a salutarti, prima che riparti”.

18:00. Tu arrivi.
In ritardo. Come sempre.
Il tuo abbraccio come il tuo nome: sicuro, breve.
“Ti ricordi quella volta?” Mi chiedi piano, in un orecchio. “Noi due, la testa all’ingiù, i piedi appoggiati al muro… La sigaretta e i nostri accenti diversi, che ci facevano tanto ridere”.

“Non l’ho mantenuta  poi la promessa” Ti interrompo confessandomi.

18:04.Questo avrei voluto dirti, al 9.
“Dove sei? Sto scendendo dalla metro, corro”.

E mentre tu correvi sulle scale, ero già salita.
Ripartivo: con un biglietto di ritorno, per ricominciare a costruire.

18:06. Si dirà che c’era un ragazzo: la cravatta rossa, lo sguardo confuso. Gettò la pesante borsa per terra guardandosi attorno. Cercava qualcosa.
Gli occhi fissi sul binario da dove il treno era appena partito.
Si dirà che a bassa voce mormorava: “Abbiamo sbagliato tutto, non mi seguire”.

L’avevi detto tu.
Te la ricordi quella volta?

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la ripartenza

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Photography Sara Cartelli
© Immagini The Eat Culture

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Autore

Valentina De Simone

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Valentina De Simone

biografia:

Community Manager con la passione per la sociologia, vive da sei anni tra Padova e Milano. Una volta scrisse una strampalata teoria sulla Matematica, su di un compito di Matematica. Prese zero e il prof. le disse che doveva trovare sfogo alla sua troppa fantasia se voleva abitare nel mondo reale. Comprò un block notes e iniziò a scriverci tutto quello che le passava per la testa, nacque così l’amore per la scrittura, l’amore per l’espressione.

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