Culture. Eat it
21 Maggio 2015
Le vedi le mani che lavorano. Non sono le stesse di chi, pigramente come me, passa le proprie giornate pigiando i tasti di un computer. Sono rovinate, ruvide, se ne fregano della manicure e, probabilmente, non sanno nemmeno cosa sia una limetta per le unghie. Si dice siano gli occhi a trasmettere l’anima di una persona, io credo lo facciano anche le mani. Soprattutto quelle degli artigiani. Quelle di chi, con pazienza, dedizione ed umiltà riesce a creare qualcosa di unico ed irripetibile.
Sono le mani il ricordo che porterò nel cuore di quest’ultima edizione di Artigianato e Palazzo, mostra fiorentina dedicata al fare a al saper fare, giunta alla sua ventunesima edizione. Le mani umili, meticolose e attente unite ai volti sorridenti di menti creative e pensanti. Perché a Villa Corsini non trovi solo dei prodotti, trovi soprattutto delle persone. Vedi gli artigiani creare e tramutare l’idea in progetto, il pensiero in forma. Ne entri spensierato e ne esci semplicemente più ricco.
Maria di Giotto Scaramelli mentre intreccia un cesto di vimini.
Artigianato e Palazzo è lo specchio di un Italia bella, pulita, autentica, quella che generalmente non fa chiasso e non finisce nei giornali. È un treno di idee e creatività che per quattro giorni sosta al numero 115 di via della Scala. Un treno che parte dalla Sicilia per far salire a bordo Salvatore Codogno, alias Don Gino, rinomato ed istrionico pasticcere che trasforma il marzapane in vere e proprie opere d’arte e giunge sino a Torino da Raffella Motta e le sue “Cime di Luce”, lampade realizzate con tubi a led che riproducono l’antica arte marinara dell’intreccio dei nodi.
Sembrano delle vere albicocche ma in realtà sono fatte di marzapane dal maestro Salvatore Codogno.
Una delle lampade da tavolo targate Cime di Luce.
È un treno che raccoglie tradizione, innovazione e fantasia per riunirle in un unico luogo. Ci sono i fratelli Vigni che scolpiscono indelebili opere d’arte con il loro cesello, Lidia Sanna che trasforma le foglie in gioielli, Mazzanti che incolla minuziosamente piuma su piuma dando vita a cappelli, ali, cerchietti e papillon, o Stefano Conticelli, l’inventore del “cuoio ubriaco”, lavorazione che permette di donare al pellame un intenso color porpora ponendolo all’interno di botti di vino.
Un paio di ali firmato Mazzanti Piume, che quest’anno festeggia 80 anni di attività.

La vespa rivestita in cuoio di Bottega Conticelli.
Ma Artigianato e Palazzo è anche un treno proiettato verso il futuro. Un futuro fatto di giovani menti che, con il loro lavoro, creano un ponte tra memoria e contemporaneità, coniugando passato e presente. Giovani che riscoprono antichi mestieri, trasformandoli e portandoli a nuovo splendore, con una spiccata sensibilità verso l’ambiente che ci circonda ed il riciclo creativo. Dezen Dezen, Gabriele Pici, Margherita De Martino, Arual Dem, Essenze Gioielli, Formaliz3D, Pamphile, Unoadue, Gemma Vernò: sono questi i nomi da appuntarsi nel taccuino. Tutti completamente diversi, tutti straordinariamente originali, tutti creativi e tutti egualmente capaci e competenti.
Una delle armature realizzate in metallo mediante la tecnica dell’uncinetto da Officine Nora.
Artigianato e Palazzo è un treno partito ventun anni fa, che non ha intenzione di fermarsi. Ed il merito è sicuramente di Neri Torrigiani e di Giorgiana Corsini che, non solo ha aperto al pubblico le porte della sua casa, ma che già in tempi non sospetti aveva intuito quanto l’artigianato fosse un valore insostituibile per questo paese. Una spinta capace di sconfiggere la crisi e differenziarci dal grigiore e dalla standardizzazione dell’economia industriale e consumistica.
Sono onorata di aver potuto partecipare a questa iniziativa, mi ha permesso di conoscere persone meravigliose: gli artigiani, i blogger che hanno condiviso con me questa esperienza, ognuno ha lasciato dentro di me un ricordo diverso ed indelebile. E questo lo devo alla Fondazione Ferragamo, a QN – La Nazione, ma soprattutto a Ludovica Piras che ha dato spazio a noi blogger, accogliendoci con un sorriso e accompagnandoci in questo splendido viaggio.
Mi scuso per il post prolisso, ma quando parto sono un treno, non mi fermo… come Artigianato e Palazzo.

Anello in legno di Valentina Marelli – Essenze Gioielli.
Uno dei ritratti di Magali De Maistre.

Collana realizzata da uno degli studenti della Lao – Le Arti Orafe.

Le brocche in ceramica Raku di Franco Rampi.

Lampada realizzata mediante la tecnica della stampa 3d da Formaliz3D.

Le creazioni scolpite sulla pietra leccese da Gabriele Pici.
Un dettaglio degli accessori in carta di Arual Dem.

Cappello di Gemma Vernò Hats.
Fotografie: Sara Cartelli.
© Immagini Artisign Explosion.
Autore

biografia:
Copywriter, folletto tuttofare e mamma con una passione smisurata per la fotografia. La scrittura è una medicina che le permette di esprimere la propria personalità e far emergere la sua vera voce. Meglio di uno psicanalista. Alla perenne ricerca di una strada da seguire, al momento, preferisce perdersi.