Culture. Eat it
13 Marzo 2019
Winter in watercolours / Inverno ad acquarello
Shades of grey / Sfumature di grigio
Something, something holds me / Qualcosa, qualcosa mi tiene
Holds me hypnotized / Mi tiene ipnotizzato
Another Day
A volte una band impiega una carriera intera a definirsi. Alle volte bastano poche strofe, alcuni accordi. Sei in macchina, cambi stazione alla radio e all’improvviso ti ritrovi a casa. Probabilmente non ricordi il titolo o l’album, chissenefrega, sai esattamente chi stai ascoltando. Con i The Cure è così, niente esitazioni, il sound e la voce di Robert Smith ti conducono in uno spazio di confine dove realtà e immaginazione si fondono, dove il tempo si ferma e allo specchio nascono storie.
Slowly fading blue / La tristezza svanisce lentamente
the eastern hollows / le piccole valli d’oriente
catch the dying sun / catturano il sole che muore
the nighttime follows / giunge la notte
silence and black / silenziosa e nera
mirror pool / la pozzanghera
Mirrors the lonely place / riflette il luogo solitario
where I meet you / in cui ti incontro
Fire in Cairo
La capacità di creare suggestioni tramite immagini e suoni è uno dei grandi marchi di fabbrica della band e si percepisce chiaramente da subito, anche nel loro primo album Three Imaginary Boys.
Pubblicato l’8 maggio 1979 ricevette consensi unanimi e recensioni entusiastiche nonostante Robert Smith l’abbia sempre duramente criticato. La sua frustrazione era dovuta principalmente al fatto che non era riuscito nell’intento di dare all’album l’identità musicale che avrebbe voluto (cosa che poi successe nei dischi successivi), in più detestava l’artwork della copertina. Un aspirapolvere, un frigo e una lampada ritratti sopra uno sfondo rosa: la rappresentazione figurata di Robert Smith, Lol Tolhurst, e Michael Dempsey, i tre ragazzi immaginari.
Scared of what the morning brings / Spaventato da ciò che il mattino porta
waiting for tomorrow / aspettando un domani
never comes / che non arriva mai
Deep inside / Nel profondo
the empty feeling / una sensazione di vuoto
All the night time leaves me / Tutto ciò che la notte mi ha lasciato
Three imaginary boys / tre ragazzi immaginari
Three Imaginary Boys
La puntina poggia su un disco rosa, ma i colori dentro sono molti di più. C’è il nero delle tenebre, il blu della depressione, il rosso del fuoco, il giallo del sole che sorge al mattino. Non resta che ascoltarlo e lasciarsi avvolgere da ogni sfumatura. Seduti, liberi, soli.
No sound / Nessun suono
No people / Nessuna persona
No clocks / Nessun orologio
No people / Nessuna persona
No fine / Niente di buono
No people / Nessuna persona
No me / Nessun me
No people / Nessuna persona
Grinding Halt
Photos: Sara Cartelli
Autore
biografia:
Copywriter, folletto tuttofare e mamma con una passione smisurata per la fotografia. La scrittura è una medicina che le permette di esprimere la propria personalità e far emergere la sua vera voce. Meglio di uno psicanalista. Alla perenne ricerca di una strada da seguire, al momento, preferisce perdersi.