
Culture. Eat it
21 Ottobre 2014
“Letters are things”, sosteneva Eric Gill, straordinario designer e tipografo inglese vissuto a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo. Ogni lettera si compone di piccoli elementi che possono essere scomposti e ricomposti per costruire nuove forme. Qualunque siano gli strumenti o i supporti queste forme sono ben definite, ma è la mente che decide la forma delle lettere, non lo strumento o il supporto. Puoi ad esempio scrivere la lettera “A” sulla sabbia, disegnarla, stamparla, formarla con degli stuzzicadenti, qualunque sia la tecnica, il risultato non cambia, rimane sempre una “A”.
“Letters are things” è il punto di partenza nonché il titolo del progetto di Gigi Vivan. Banalizzando, si potrebbe dire che l’espressione di Eric Gill è stata presa totalmente alla lettera perché qui, le lettere, sono realmente cose. Oggetti d’uso comune come sassi, cannucce, spaghetti o Lego che assemblati danno vita a caratteri. La particolarità? Ogni lettera identifica l’iniziale dell’oggetto o dell’elemento utilizzato per crearla. Ad esempio, la L corrisponde a Lego, la S a spaghetti, l’H a ham, la A ad Anatomy e così via… Il tutto, realizzato a mano e successivamente fotografato, ha dato vita ad un progetto originale, fresco e fuori dagli schemi.
Grafico ed illustratore, Gigi Vivan è dotato di uno stile giovane, anticonvenzionale e decisamente personale. Caratteristiche sufficienti a renderlo un talento emergente. Se volete saperne di più, su questo o su altri progetti, vi invito a cliccare sulla sua pagina all’interno di Behance che trovate qua sotto.
Image courtesy Gigi Vivan.
Autore

biografia:
Copywriter, folletto tuttofare e mamma con una passione smisurata per la fotografia. La scrittura è una medicina che le permette di esprimere la propria personalità e far emergere la sua vera voce. Meglio di uno psicanalista. Alla perenne ricerca di una strada da seguire, al momento, preferisce perdersi.