Culture. Eat it
17 Luglio 2017
Ancora una volta a Zelda.
Francis Scott Fitzgerald dedica Il grande Gatsby al suo amore, Zelda.
Un amore totale, a tratti tragico, travolgente che le farà dire: Io non voglio vivere, io voglio prima amare e incidentalmente vivere.
Così Zelda amerà Francis.
I Fitzgerald hanno dato vita alla
grande leggenda della bellissima coppia, eroina, simbolo e interprete di tutte le prodezze sofisticate dell’età del jazz.
Sono gli anni ’20 del Novecento. Anni di eccessi, di lusso, di mondanità.
Il grande Gatsby è la storia del sogno americano, della trasgressione nell’epoca del proibizionismo.
È una storia d’amore, è anche un po’ la storia di Francis e Zelda.
A raccontarci il corso degli eventi è Nick Carraway, un agente di borsa da poco trasferitosi a West Egg, città nella quale vive sua cugina Daisy Fay Buchanan.
Nick abita accanto alla sfarzosa villa di Jay Gatsby. Lì si tengono eccentriche feste, alle quali ogni sera Jay attende l’arrivo del suo sogno: Daisy.
Lei infatti trascorre le vacanze insieme al marito nella casa sulla riva opposta, la stessa casa che Jay osserva dal molo ipnotizzato dalla luce verde del faro, verde come la speranza di riaverla con sé.
È davvero l’amore a muovere ogni sua azione?
Gatsby ha come unico obiettivo quello di ricordare a Daisy che non ha mai smesso di amarla sebbene lei, dopo essersi promessi amore eterno, alla sua partenza per il fronte abbia sposato Tom Buchanan, un campione di polo.
Dopo cinque anni “il passato non si può ripetere” ma Gatsby va avanti.
Egli perservera nella realizzazione del suo sogno, continua strenuamente ad amare Daisy.
Gatsby crede nella luce verde.
Ci sono romanzi che non potrebbero essere ambientati in nessun’altra stagione.
L’estate di Fitzgerald è fatta di sangue, amore e follia, è l’estate dell’illusione del grande sogno americano.
E se “l’estate fosse un personaggio” sarebbe sicuramente Il grande Gatsby.
Durata della lettura
qualche calda sera d’estate
Ph. Sara Cartelli
© The Eat Culture
Autore
biografia:
È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.