Culture. Eat it
10 Luglio 2017
La brevità è qualcosa che dura poco.
Sembra una cosa triste. E invece no, per niente, quanto meno non sempre.
Tante cose belle sono relativamente brevi. Un bacio. La gioia di un si. Una canzone. L’alba e il tramonto. L’eclissi e la cometa. Un abbraccio, un sorriso, una peonia. Un giorno tanto atteso.
Less is more.
Invidiavo chi sapeva dire tanto con poche parole. I poeti, certo, ma anche quelli che l’arte del racconto ce l’hanno nel sangue.
Andrés Neuman con Le cose che non facciamo è tra questi.
Il libro contiene venticinque racconti nei quali non ci sono parole in eccesso.
La misura della raccolta è la brevità.
Le sue storie “sono rapidi sprazzi di luce che si aprono sulle vite di sconosciuti” che non sono legati tra loro da un filo rosso.
L’autore scrive di amori fedifraghi (La felicità), di stranezze di coppia (Una riga sulla sabbia), di simmetrie d’amore che allontanano anziché unire (La coppia perfetta), di un suicida paradossalmente divertente (Un suicida ridanciano), un dialogo degenerato tra carabinieri e guidatore (La prova d’innocenza), del perdono finalmente concesso ai nemici di una vita (Dopo Elena) e così via.
Il mio preferito è il racconto che dà il titolo alla raccolta Le cose che non facciamo e che non ci accorgiamo nemmeno di perdere per strada.
Ecco la svolta. Neuman sceglie di mostrarci il bello che c’è nella loro mancata realizzazione:
Mi piacciono le guide di viaggio che sfogli con quell’attenzione che tanto ammiro in te, con i loro monumenti, strade e musei dove non mettiamo mai piede, incantati da un caffelatte.
L’autore racconta il momento in cui le cose stanno per prendere forma nella nostra mente e che regalano gioia all’idea della loro realizzazione.
Io lo chiamo sognare ad occhi aperti. Sono Le cose che non facciamo.
Poi ci sono cose che durano poco, un po’ come l’estate, ma non per questo manca loro qualcosa.
Durata della lettura:
25 sere d’estate
Ph. Sara Cartelli
© The Eat Culture
Autore
biografia:
È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.