Culture. Eat it
25 Febbraio 2018
Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde è, tra i classici, il romanzo che ho amato di più.
La storia è un pendolo che oscilla tra apparenza e sostanza.
Dorian Gray è giovane e bello ma forse non pienamente consapevole della sua bellezza, almeno non fino a quando Lord Henry Wotton lo abbaglia con le sue parole e, mettendolo davanti alla possibilità che un giorno tutto sfiorirà, lo conduce ad una lenta e tragica deriva.
Credo che se ognuno potesse vivere pienamente e compiutamente la sua vita, dar forma a ogni sentimento, espressione a ogni idea, realtà a ogni sogno, credo che il mondo accoglierebbe un così puro flusso di gioia da dimenticare tutte le malattie del medievalismo e tornare all’ideale ellenico.
Sedotto dalla sua prosa, Dorian vedrà nell’arte il solo modo per fissare eternamente la sua giovane immagine arrivando a stipulare un patto che lo libererà dal tempo, ma
su ogni eccellere del corpo o dello spirito grava una fatalità.
Il ritratto per lui realizzato da Basil Hallward invecchierà al suo posto ma a caro prezzo.
Scritto nel 1891 Il ritratto di Dorian Gray ha reso famoso lo scrittore irlandese e ha consegnato ai lettori un personaggio senza tempo, come accade con la buona letteratura.
Quanto di noi siamo disposti a mostrare con il rischio di essere feriti o usati?
La ragione per cui non voglio esporre questo ritratto è che temo di avere palesato in esso il segreto della mia anima.
Lo specchio, come Il ritratto di Dorian Gray, non mente. Siamo pronti a guardarci dentro?
Durata della lettura
una settimana decadente
Ph. Sara Cartelli
© The Eat Culture
Autore
biografia:
È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.