I Momenti trascurabili di Francesco Piccolo sono poesia delle piccole cose

Momenti trascurabili.

Il brivido euforico che precede il primo passo su una scala mobile. La scala mobile.
Il rumore del caffè prima del suo profumo.
L’istante in cui l’aereo stacca le ruote dall’asfalto, e sai che stai volando anche tu.
Il vento in faccia quando pedali senza meta.
La colazione al bar, sempre.
Quando si alza l’asta del Telepass e ti senti addosso l’adrenalina di chi ha tagliato il traguardo.
I fiori freschi presi al mercato, che ti ricordano che a Spilimbergo è sabato.
Quel momento in cui inforni un dolce e immagini già il primo morso.
Se mia madre cucina pollo con patate.
La ricomparsa dei grilli, ed è straordinaria pace.
Il giorno in cui decidi di mettere in ordine lo scaffale del disordine.
L’attesa di un episodio della tua serie tv preferita.
Il macchiatone con una spruzzata di cacao del barista che ti conosce.
I cinque minuti prima di dormire.
Il rumore del mare.
La pizza del coop, che ormai ha reso tutte le altre pizze fatte in casa insignificanti.
La veranda dei sogni nella casa dei sogni.
La pausa caffè con i colleghi ed è subito Camera cafè.
Quando entri in un bar in cui speri che nessuno ti conosca per leggere in pace.
Il giardino di primavera, che cambia senza preavviso come accade con le cose belle.
La combo: luce delle candele, birra Garlatti Costa e divano.
La candela Provenza di C’era una bolla.
Quando alla riunione The Eat Culture arriva il momento del “tè da mezzora”.
I 7 km più liberatori nella storia dei miei 7 km.

Tanti, minuscoli istanti costruiscono la nostra quotidianità e si cristallizzano nella memoria. Ci accorgiamo di quanto sono importanti questi piccoli frammenti?

A volte si, e li cerchiamo. Altre no, ma se non potessimo più provarli ne sentiremmo una mancanza tale da cambiarci l’umore o la giornata. Perché alla fine questi Momenti trascurabili hanno a che fare con la leggerezza della quale spesso è difficile fare sintesi.

Eppure Francesco Piccolo ci riesce, “ormai è come se li avesse brevettati”. Momenti trascurabili è il volume che chiude a distanza di dieci anni la trilogia, prima di loro ci sono stati i Momenti di trascurabile felicità (ve ne avevo parlato qui) e infelicità.

Ogni singolo gesto, i sapori, l’aria, il tempo, la stoffa, la strada, la persona accanto, il profumo, il panorama, il vento, la porta, il sorriso. Tutto, tutto. La vita non finisce più, se si sa comprendere ogni singolo momento di un giorno solo.

I Momenti trascurabili non sono una serie di attimi felici o infelici, divertenti o profondi, o meglio in un certo senso si ma anche no. Racconteranno anche di voi.

Vi ritroverete a ridere da soli, il cappotto che quando lo appendi cade sempre e a riflettere, chi mi ridarà indietro tutto il tempo perduto a districare i fili degli auricolari? Perché la questione del tempo è sempre delicata.

Quello che amo di scrittori come Francesco Piccolo è la capacità di partire dalla leggerezza e di scavare a fondo, di raccontare quella specie di materiale pesante che si piazza sullo stomaco e poi tende a scavare come se volesse penetrare e di riuscire lo stesso a farti sentire per immedesimazione consolato, accolto.

Per me i Momenti trascurabili di Francesco Piccolo sono poesia delle piccole cose.