Culture. Eat it
28 Giugno 2018
Se questo articolo fosse destinato a Vice dovrebbe intitolarsi:
“La mia natura. Ovvero come da quando ho comprato le Birkenstock rimorchio il doppio di prima”.
Proprio così. Perché tre settimane fa, circa, è successo. Ero stanca come non mai di sentire le dita dei miei piedi costrette addosso a una superficie dura.
Mi sono fiondata dritta al primo negozio che sapevo averle disponibili e le ho comprate.
Così è successo e in men che non si dica io e le mie ciabatte avevamo fatto più notizia delle suole rosse che le ragazze perfette ricevono in regalo dai loro fidanzati.
Sotto sotto è stato come se questo acquisto mi avesse liberato. Un po’ come quando uno si concede di dire ad alta voce quello che desidera davvero per se stesso. A costo di risultare uno strambo.
Che ne so, cose dette ad alta voce del tipo:
Voglio andare a Bali
Voglio mollare tutto e insegnare pilates
Voglio prendere un’altra Laurea
Voglio imparare il Portoghese
E poi anche, perchè no,
Voglio andare in giro in ciabatte.
Dato che io non riesco neanche a mangiare un biscotto in modo inconsapevole, ovviamente la cosa mi ha fatto riflettere.
Quale cosa?
La reazione della gente, della gente che conosco. Poi sì… Il fatto che l’espressione “rimorchio il doppio di prima” non sia un espediente per scrivere un titolo accattivante ma pura realtà. Sta succedendo sul serio.
La reazione della gente che conosco è stata dire che io –non lo posso fare-. Proprio così, Valentina De Simone non può comprarsi un paio di ciabatte.
Fortuna che ho tenuto gli screenshot gente! Perchè altrimenti, a distanza di giorni, non ci crederei nemmeno io.
Li rileggo quando muoio dalla voglia di fare della psiconalisi-sociale-autodidatta (domandandomi perchè – maledizione perché- non mi sia stato dato di diventare, chessò, una maga dei videogiochi quella volta).
Dice molto su come le persone, soprattutto quelle più vicine, vedono me. Dice molto su quello che gli faccio vedere.
Succede anche a voi?
Una risposta da parte mia, per esempio, è stata:
In realtà, credici o no, io sono molto più una tipa da ciabatte.
L’inizio della fine.
Rebel.
Nessun vincolo ulteriore ad avvalorare le altrui opinioni. Da quel momento ho fatto cose che fino a un anno fa scarso avrei considerato hard core e assolutamente fuori discussione.
Sono andata a diversi appuntamenti con la coda, i capelli non puliti e la piega assolutamente NON fatta per esempio.
Ho girato per strada e sui social senza un filo di trucco, per esempio.
Ho detto testuali parole – Tu mi piaci da morire e quando ti vedo non capisco più niente e dico solo una marea di boiate – in barba a Cosmpolitan, in barba ai film e ai telefilm di settore, in barba a tutto quello che suggerisce di non farlo.
Ho ammesso l’inammissibile.
Inammissibile per chi? Per quello che persone che ne sanno davvero a pacchi hanno definito un “Io tremendo”.
Ho fatto vita sociale con addosso quelle che condannavo come “macchie sociali” senza rimedio e ho rimorchiato. Non potete capire quanto.
Il fatto che nella pratica non mi interessi approfondire non esclude che abbia poi guidato coi finestrini abbassati, ringalluzzita e ascoltando musica ammiccante in sottofondo.
In aggiunta è pure successa una cosa davvero meravigliosa. Camminando in via Altinate una donna carina e normale mi ha fermato per dirmi che sono molto bella e luminosa.
Cosa diamine sta succedendo? Voglio dire, sembra strano.
Sembra strano passare gran parte dei propri vent’anni a perpetuare l’idea che per piacere sia necessario “farsi piacere\amare” e poi toccare con mano che non sia assolutamente così.
Zero.
É stato detto “A volte la mossa più rivoluzionaria è essere se stessi” seguire, insomma, la propria natura. Inutile pour-parler o verità inconfutabile?
E soprattutto cosa ci impedisce di considerarla direttamente una verità assoluta, senza passare dal dubbio?
Ormai persuasa dall’idea di aver cannato atteggiamento per lungo tempo, col beneplacito del mio tremendo Io (ricordiamo), ho accondisceso all’idea di fare una cosa se vogliamo molto new age e naif. Ho provato a scrivere un auto manifesto per meglio incontrare la mia natura e il risultato è stato sorprendente.
Tutte cose che bo… Non mi ero mai resa conto fossero così dannatamente importanti per me.
Se non hai bisogno della libertà degli spazi aperti.
Se non ti senti meglio sudato, al sole, senza portare gli occhiali.
Se non ti piace percepire l’odore di salsedine sulla pelle.
Se non ami annusare il pane appena comprato.
Se non ti fa alcun effetto un cagnolino che ti si avvicina per coccolarti spontaneamente.
Se non hai trovato meraviglioso, almeno una volta nella vita, il consiglio di un completo sconosciuto.
Se non desideri che termini come: multitasking, performante, smart, goal oriented
smettano di sostituire tre semplici, meravigliose parole italiane: un-buon-lavoro.
Se non ti piace da morire il silenzio di un parco la sera.
Se non ti va di arrossire e dire qualcosa di completamente sbagliato e imbarazzante.
Se sei saccente e antipatico sempre, in ogni situazione senza un perché. (E te ne compiaci)
Se non fai mai autocritica, neanche per ridere.
Se non ti interessa sapere come sta un amico che si è fatto male.
Se non ti esprimi mai in una conversazione e non prendi una posizione.
Se parli costantemente di persone e mai di idee.
Lasciami stare.
Non puoi sopravvivere nella mia natura.
Autore
biografia:
Community Manager con la passione per la sociologia, vive da sei anni tra Padova e Milano. Una volta scrisse una strampalata teoria sulla Matematica, su di un compito di Matematica. Prese zero e il prof. le disse che doveva trovare sfogo alla sua troppa fantasia se voleva abitare nel mondo reale. Comprò un block notes e iniziò a scriverci tutto quello che le passava per la testa, nacque così l’amore per la scrittura, l’amore per l’espressione.