Culture. Eat it
17 Aprile 2019
l'ho scelto per la copertina
New Order – Power, Corruption and Lies: storia di una copertina opera d’arte.
Una natura morta, uno splendido cestino di rose di diverse varietà e colori che dalla tela viene trasposto sulla copertina di un vinile. È il 1890 quando Henri Fantin-Latour dipinge “A Basket of Roses”, quasi un secolo dopo, nel 1983, lo stesso quadro rivive in uno dei migliori album dei New Order: Power, Corruption and Lies.
A Basket of Roses: dalla National Gallery a Power, Corruption and Lies
Tutto nacque da un’idea di Peter Seville, grafico e art director nonché co-fondatore dell’etichetta discografica Factory Records. Lo stesso uomo a cui si deve il merito di aver realizzato la copertina di un album divenuto iconico, nonché pietra miliare del genere new wave: Unknown Pleasures dei Joy Division. Ovvero il gruppo originario, ciò che i New Order erano prima della prematura scomparsa del frontman Ian Curtis, morto suicida a soli ventitré anni.
La scelta del quadro di Fantin-Latour non fu studiata, al contrario, fu uno splendido caso del destino. Come racconta Peter Seville al The Guardian
Il titolo sembrava machiavellico. Così mi recai alla National Gallery alla ricerca di un ritratto rinascimentale di un principe oscuro. Alla fine, era troppo ovvio, lasciai perdere tutto per quel giorno e comprai alcune cartoline dal negozio. All’epoca ero con la mia ragazza che mi vide con in mano la cartolina del quadro di Fantin-Latour e disse: “Non ci pensi per la copertina?”
La risposta per Peter Seville fu subito chiara. I fiori, così seducenti e effimeri, rappresentavano perfettamente la capacità del potere, della corruzione e delle menzogne di infiltrarsi nelle nostre vite. Chissà se Fantin-Latour si sarebbe trovato d’accordo, lui che dipingeva la realtà senza filtri, senza orpelli, senza dimensione narrativa. Lui, che voleva restituire carattere e forze alle cose semplici senza travestirle. Davvero avrebbe ritenuto i fiori così illusori?
C’era solo un ostacolo al raggiungimento dell’obbiettivo: ottenere i diritti di riproduzione dell’immagine. Ma alla fine, com’è ovvio, il direttore della National Gallery accordò il permesso.
Non un opera d’arte ma la sua riproduzione.
Così vide la luce la copertina di Power, Corruption and Lies che, oltre al bellezza del dipinto di Fantin-Latour, regala ai suoi possessori anche una piccola chicca. Sul lato destro della cover sono presenti quattro quadrati in differenti colori che possono essere decifrati grazie a una ruota cromatica presente sul retro della stessa. Perché questa scelta?
Seville voleva ricordare a tutti che ciò che stavano guardando non era il dipinto originario bensì la sua riproduzione. Una stoccata sottilissima alla mercificazione dell’arte e al capitalismo dilagante.
E in questo caso Fantin-Latour si sarebbe trovato d’accordo certamente. Lui che dipingeva in solitudine e molto spesso non mostrava al mondo esterno i risultati del suo lavoro. Lui che pensava all’arte come al solo e unico ideale. Lui, così schivo, così intimo e così purista. È certo che non avrebbe mai voluto che un’opera d’arte venisse trattata alla stregua di un oggetto destinato al profitto e al compiacimento del consumo di massa.
Chissà se la domanda fosse stata posta a lui. Avrebbe accettato di vedere un suo dipinto ritratto sulla copertina di un vinile?
Ma questo non lo sapremo mai.
Photos: Sara Cartelli
Autore
biografia:
Copywriter, folletto tuttofare e mamma con una passione smisurata per la fotografia. La scrittura è una medicina che le permette di esprimere la propria personalità e far emergere la sua vera voce. Meglio di uno psicanalista. Alla perenne ricerca di una strada da seguire, al momento, preferisce perdersi.