Culture. Eat it
24 Dicembre 2021
L’orzotto alla zucca, gorgonzola e musetto è la ricetta top di questo mio Natale. Un’epifania di consistenze e profumi che sa della mia terra, che mi ricorda i nonni e i momenti felici, un amuleto per i tanti che devono ancora arrivare. Te la voglio donare.
Ma prima (so che se non abiti in Triveneto te lo stai chiedendo): che cos’è il musetto?
Una roba da mangiare libidinosa tipica del Friuli Venezia Giulia e di parte del Veneto, un insaccato che è un classicone delle feste. Potrei dirti che è simile al cotechino ma la vera verità è che il cotechino (assieme alle trippe e ai cavoletti di Bruxelles) è una delle tre cose che a tavola proprio non mi vanno giù. Invece di musét ne mangerei a tonnellate, con buona pace del colesterolo. Ovviamente poi se non abiti in Friuli e non hai la possibilità di reperirlo puoi usare il cotechino per questa ricetta – o sostituirlo con la salsiccia se non ti piace. Il musetto che uso io spacca, lo produce il mio amico Avo – e, oltre a produrlo, te lo cuoce e te lo porge sottovuoto pronto per essere scaldato al volo in acqua calda, è speziato alla perfezione e la quota di grasso è top. Sapienza locale narra che il musetto più si appiccica alle dita (lo fa per la buona quota di collagene contenuta nei tagli di carne utilizzati) più è buono. E “se non ti lecchi le dita godi solo a metà” è un claim che Fonzies ha rubato ai Friulani.
Il musetto racchiude in sè il sapore e i profumi della tradizione contadina. Prende il nome dal tipo di carne utilizzata, costituita dai tagli meno pregiati del maiale, come il muso, il lardo della cotica, e altre cose buone. Il trito di carne viene insaporito con pepe a go go, noce moscata, chiodi di garofano, cannella e altre spezie segrete a seconda della catarsi che si vuol donare al maiale. Tutto questo ben di Dio viene insaccato e lasciato stagionare, poi cucinato lesso o al vapore. Qui è tradizione mangiarlo assieme alle lenticchie, con il purè di patate, su una fetta di polenta abbrustolita o easy sopra un pezzo di pane. Io però lo trovo spaziale anche nei primi.
Ed è per questo che ti racconto la mia ricetta preferita. È qui sotto ad aspettarti, che il tuo sia un Natale magico, luminoso, che faccia avverare i tuoi desideri e che porti con sè un bel carico di serenità – che è il regalo più bello.
Orzotto con la zucca e il musetto – la ricetta per il menu di Natale
INGREDIENTI (dosi per 6 persone)
- 420 g di orzo perlato
- 600 g di polpa di zucca (top quella a buccia verde, varietà Delica)
- 1/2 cipolla bianca
- 80 g di Parmigiano grattugiato
- 150 ml di vino bianco
- 180 g di musetto precotto
- 70 g di panna da cucina
- 70 g di gorgonzola dolce
- q.b. di brodo vegetale
- q.b. di rosmarino fresco
- q.b. di sale e pepe nero
- q.b. di olio evo
PREPARAZIONE
- Taglia la zucca in piccoli cubetti (santa pazienza) e schiaffali in padella assieme a olio evo, sale, pepe e rosmarino. Cuoci coperto sino a che non saranno teneri (tipo 15 minuti). Spegni il fuoco e schiacciane metà con i rebbi di una forchetta, l’altra metà lasciali interi. Togli il rosmarino e metti da parte.
- Sminuzza la cipolla e soffriggila in una casseruola con un fondo d’olio evo. Una volta imbiondita butta l’orzo e tostalo un minutino, sfuma con il vino (sì proprio come stessi preparando un risotto), unisci la zucca e copri con qualche mestolo di brodo bollente. Non appena si sta per asciugare, aggiungi il brodo e continua così sino a fine cottura (circa 40 minuti).
- Nel mentre prepara la fonduta al gorgonzola: scalda la panna e fai sciogliere il gorgonzola. Tieni in caldo.
- Scalda il musetto, sgranalo.
- Quando l’orzotto alla zucca è pronto, manteca con il Parmigiano e metà del musetto.
- Servi l’orzotto alla zucca impreziosendolo dal musetto restante e da generose cucchiaiate di fonduta al gorgonzola. Mmm tasty.
Piatto: La Fornacina Keramik Studio
MENTRE ASSAGGI ASCOLTA:
Photos: Sara Cartelli
Autore
biografia:
Cogitatrice impegnata, praticante dell’Amore Universale, su di lei nemmeno una nuvola. A 30 anni non ha ancora la minima idea di come vuole essere a 32: una, nessuna ma forse non centomila. Grazie al cielo tutto scorre. Panta rei. E alla fine, come in uno splendido giardino Bahai, verrà estasiata da un’illuminazione. E vivrà per sempre felice e contenta.