Pan di zucca all’uvetta

Vi sto scrivendo dall’aldilà. Perché all’aldiquà dovrebbero esserci le vie respiratorie libere, il naso color carne (e non color del pennarello-giotto-rosa-fluo-che-usavo-all’asilo-per-disegnare-la-pelle), la gola diversamente infiammata. E invece vi scrivo dall’aldilà, dovete leggermi immaginando la mia voce uguale a quella con cui vi parlerebbe Caron dimonio. Mancano all’appello solo gli occhi di bragia (nel mentre faccio le corna, tocco ferro ecc.). Quanti di voi, compagni di sventura, staranno soffrendo cadaverici e divanati, giacenti in quel limbo di cleenex appallottolati e canforico odore di crema Timo. Che temibile terribile tremenda visione vi ho dato di me, eh. Mi rimane la simpatia. Detto ciò, se ho raggomitolato nelle mie dita ogni briciolo di forza non dissipata in starnuti è solo per parlarvi di questo pan di zucca all’uvetta – è perché ci tenevo davvero tanto. Perché mi ci sono voluti anni e anni (no dai, in fondo è solo da ottobre 2014 che ci provo) per trovare la ricetta perfetta del mio pan di zucca all’uvetta. Ma alla fine l’ho trovata.

È perfetta come lo erano i panini di zucca del panificio sotto casa dei nonni, che ora giace in disuso con la carta da pacco attaccata alle vetrine. Perfetta come l’attimo in cui la nonna mi metteva in mano 5000 Lire e mi diceva di andare a comprare la merenda dalla signora Cesca, sorvegliandomi nascosta tra i ciclamini del suo terrazzo, timorosa che potesse accadermi qualcosa lungo quei 10 metri di cammino.
Perfetta come i panifici d’altri tempi, che uscivi con le suole delle scarpe sporche di farina e l’odore del lievito nelle narici.
Perfetta come il profumo della zucca nel forno, che scalda anche la giornata più grigia e plumbea di tutto questo nostro autunno.

INGREDIENTI (per una ventina di panini)

• 850 gr di farina manitoba
• la polpa di una piccola zucca (polpa gialla a buccia verde, oramai lo sapete che è la mia preferita)
• 25 gr di lievito di birra fresco
• 250 ml di latte di riso
• 70 gr di burro a pomata
• 100 gr di zucchero integrale muscovado
• 1 pizzico di sale
• i semi di 1 bacca di vaniglia
• 120 gr. di uvetta sultanina
• marmellata di albicocche q.b.

E se vi piace l’idea, una volta sfornati, potete cospargerli con della glassa all’arancia e cannella fatta miscelando assieme questi ingredienti:

• 100 gr di zucchero a velo
• 20 ml di acqua calda
• 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
• Cannella in polvere q.b.

Colonna sonora consigliata:
Basta un poco di zucchero e la pillola va giù, Mary Poppins

PROCEDIMENTO

1. Tagliate la zucca in due, eliminate i semi e tagliatela in piccoli pezzi. Metteteli su una teglia foderata di carta forno e fate cuocere a 160°C per una mezzoretta (o comunque fino a che la polpa sarà tenera e cotta).
2. Eliminate la buccia dai pezzetti di zucca cotta e frullate la polpa con 100 ml di latte di riso. Mettete da parte.
3. Preparate una sorta di lievitino: sciogliete il lievito di birra nei 150 ml restanti di latte intiepidito, aggiungeteci 100 gr di farina e 1 cucchiaio di zucchero. Mescolate e lasciate riposare mezzora.
4. In una planetaria impastate 750 gr di farina con il lievitino, lo zucchero e la purea di zucca.
5. Non appena l’impasto sarà liscio e omogeneo aggiungete il burro morbido a piccoli pezzi continuando a far lavorare l’impastatrice (ovviamente potete anche impastare a mano), il pizzico di sale e i semi della bacca di vaniglia.
6. Ora incorporate all’impasto anche l’uvetta precedentemente ammollata nell’acqua.
7. Fate lievitare l’impasto in una ciotola coperto, un paio d’ore nel forno spento saranno sufficienti.
8. Rovesciate l’impasto lievitato in una spianatoia infarinata e formate una ventina di palline.
9. Disponetele in una – o più – teglie su della carta forno distanziate circa un cm l’una dall’altra. Lasciate lievitare coperte da un canovaccio per almeno un’altra ora (ma meglio 2).
10. Cuocete in forno preriscaldato a 180°C per 20 minuti.
11. Non appena i vostri panini di zucca saranno cotti e sfornati spennellateli con della marmellata di albicocche diluita con un po’ d’acqua calda oppure, se preferite, con la glassa all’arancia e cannella.

Ph. Sara Cartelli
© The Eat Culture