Culture. Eat it
16 Ottobre 2019
Come può uno scoglio arginare il mare?
Forse lo sapeva Lucio Battisti che la potenza della musica non si può fermare. Che le generazioni future avrebbero ascoltato le sue canzoni e si sarebbero riconosciute come allora. Forse non avrebbe potuto prevedere la potenza incontrastabile dello streaming, non ci avrebbe immaginati con le cuffie attaccate al cellulare e la playlist su Spotify. Magari proprio la sua, “This is Lucio Battisti”, che in una sola settimana dalla pubblicazione ha collezionato quasi 90.000 follower.
Dopo anni di contenzioso gli album in collaborazione con Mogol hanno finalmente trovato casa online nelle principali piattaforme di streaming. Lucio, l’uomo che ha cambiato la storia del pop, si è reintrodotto con forza nelle nostre vite per ricordarci che la musica fatta bene vive fuori dal tempo.
Come “Una donna per amico” titolo di una delle sue più celebri canzoni nonché del suo tredicesimo album, pubblicato nell’ottobre del 1978, esattamente 41 anni fa. Un disco capace di non invecchiare, come quelle signore che sembrano aver fatto un patto col diavolo, e a ragione inserito da Rolling Stone fra i tre album più belli dello scorso secolo.
UNA DONNA PER AMICO: TUTTE LE SFUMATURE DELL’AMORE
Non c’è una gomma ancor che non si buca
il mastice sei tu, mia vecchia amica
la pezza sono io, ma che vergogna,
che importa, tocca a te, avanti sogna
ti amo forte e debole compagna
che qualche volte impara e a volte insegna.
Una donna per amico è un disco d’amore nel senso più totale e totalizzante. Le parole di Mogol mettono in fila ogni sfaccettatura, fotografando ogni fase di questo incredibile sentimento che stringe gli stomaci e fa smuovere le montagne. Troppo facile parlare d’amore? Assolutamente no. C’è qualcosa che non sia stato già detto? Probabilmente no. E allora perché ascoltare “Una donna per amico”? Perché è un disco fatto di parole crude, capaci di fotografare la realtà con una chiarezza disarmante, accompagnato oltretutto da un sound avanguardistico.
Aver paura d’innamorarsi troppo
non disarmarsi per non sciupare tutto
non dire niente per non tradir la mente
è un leggero dolore che però io non so più sopportare.
Aver paura d’innamorarsi troppo è la canzone che racconta gli inizi delle relazioni, l’eccitazione mista alla paura di sentirsi vulnerabili. È il momento in cui indossiamo le nostre maschere e in cui nasce la consapevolezza di doverle togliere. Le conseguenze sono due, la storia può finire o può evolvere, e se supera lo scoglio iniziale arriva il tempo dell’innamoramento dove ogni cosa, anche fare la spesa assieme, acquisisce un significato speciale come in Perché No:
In un grande magazzino una volta al mese
spingere un carrello pieno sotto braccio a te
e parlar di surgelati rincarati
far la coda mentre sento che ti appoggi a me.
Ma l’innamoramento ha vita breve, l’amore è un’altra storia e se non lo è iniziano i litigi, i risentimenti, i diverbi. È il momento in cui tutto è messo in discussione. Lo raccontano Al Cinema e Donna Selvaggia Donna:
Guarda lei, è proprio come ti vorrei,
guarda lei, lo ama e non si lamenta mai,
in fondo lui assomiglia a me.
Perché non mi capisci dimmelo perché.
È possibile che sia
tutto orribile o bellissimo bambina mia?
L’epilogo è la separazione, l’amore che termina con le sue inevitabili conseguenze, la consapevolezza di non doversi più vedere, la paura di ritrovarsi magari in compagnia di un’altra persona come in Prendila Così:
E siccome è facile incontrarsi anche in una grande città
e tu sai che io potrei purtroppo non esser più solo
cerca di evitare tutti i posti che frequento e che conosci anche tu
nasce l’esigenza di sfuggirsi per non ferirsi di più.
E poi ci sono gli amori che sono capitati a tutti almeno una volta nella vita. Quelli finiti in tragedia. Quelli che il motivo della separazione è un’altra persona. Quelli che a un certo punto capisci chi avevi di fronte e non senti Nessun Dolore:
Quand’eri indecisa combattuta
tra l’abbracciare me o la vita
ti ricordi i miei silenzi pesanti
che tu credevi gelosia per inesistenti amanti
allora già intuivo che c’era qualcosa che mi sfuggiva
quella fragile eterea coerenza
di bambina senza troppa pazienza
non sento niente no adesso niente no
nessun dolore
non c’è tensione non c’è emozione
nessun dolore.
Forse lo sapevano Battisti e Mogol che in queste parole ci saremmo ritrovati e che non sarebbero invecchiate mai.
Anzi lo sapevano quasi certamente. Se vi siete riconosciuti o avete rivissuto un amore con almeno una di queste canzoni forse è arrivato il momento di riascoltare Una donna per amico.
Buona musica!
Photos: Sara Cartelli
Autore
biografia:
Copywriter, folletto tuttofare e mamma con una passione smisurata per la fotografia. La scrittura è una medicina che le permette di esprimere la propria personalità e far emergere la sua vera voce. Meglio di uno psicanalista. Alla perenne ricerca di una strada da seguire, al momento, preferisce perdersi.