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Più forte di ogni addio: intervista a Enrico Galiano

Culture. Eat it

15 Dicembre 2019

libri

Più forte di ogni addio. Intervista a Enrico Galiano

di Ramona Lucarelli

Un terribile giorno Michele Strada perde la vista in un incidente. Non mancano sconforto, rabbia, frustrazione eppure in questo libro viene raccontato non tanto il sogno che gli è stato strappato quanto quello che è in grado di ricostruire. In un certo senso anche Nina Florenzi sperimenta un grande dolore, vive un’esperienza di mancanza che lo stesso Michele individua in lei perché in fondo

Michele e Nina sono due anime diverse che si riconoscono.

Nel suo ultimo romanzo “Più forte di ogni addioEnrico Galiano ci regala una storia in grado di mostrare il mondo degli adolescenti da un’altra prospettiva. Qualche settimana fa l’ho intervistato per il progetto della biblioteca civica di Spilimbergo – Biblioteche d’autore – e oggi vi racconto la nostra bella chiacchierata.

1. Il titolo del tuo nuovo romanzo è Più forte di ogni addio: che teoria hai sull’addio?

Inizio con il dire che il titolo che avevo immaginato era Fammi luce questa notte ma non convinceva, costretto quindi a individuarne un altro è arrivato Più forte di ogni addio.

Il libro si apre con una domanda “Avete mai provato a dire addio a qualcuno?”. Se vivessimo ogni attimo come se fosse l’ultimo a disposizione con l’altra persona non perderemmo tempo in futili litigi. Continuando a citare il libro: “Sempre secondo la mia teoria, in un mondo perfetto, due che si amano – che si amano davvero dico – si stanno sempre dicendo addio.

Dopo quella domanda le parole sono arrivate come una valanga, sentivo che appartenevano già a Michele, al protagonista del nuovo romanzo.

2. Dove nascono le storie?

Non so rispondere, è qualcosa che appartiene più al mistero. Non sei tu a crearle, sono loro che arrivano. Le storie non ti chiedono il permesso, arrivano quando meno te lo aspetti un po’ come l’amore. Nasce questo bisogno di raccontarle che non puoi non assecondare. Per me i personaggi dei libri diventano persone reali: il giovane Holden esiste, Harry Potter esiste…

3. Raccontaci un po’ del personaggio di Michele.

Michele inizia a raccontarci la sua storia dal giorno prima del suo esame di maturità. È in ansia ma la maggior parte della sua ansia è legata a Nina che, incontrata per caso sul treno che lo conduceva a scuola, un giorno è sparita dalla sua vita senza una spiegazione. Michele si è innamorato di lei o meglio del suo profumo, perché avendo perso la vista è la prima cosa che di lei percepisce. Se dovessi usare una parola per definirlo userei sisu: in finlandese indica la forza di volontà, la tenacia, la perseveranza. Michele resiste sorridendo.

4. A proposito di parole chiave se descrivessimo Nina potrebbero essere tre: croce, molletta e orchidea.

Secondo Nina siamo tutti delle croci perché quando una persona entra nella nostra vita lascia un segno che ci cambia per sempre. Nella vita di Nina un grande segno è stato lasciato da qualcuno che ha perso, al quale non è riuscita a dire ciò che provava; da quel giorno attacca sulle giacche delle persone mollette che riportano le scritte più disparate: Scrivigli, Vai a casa sua, Tu meriti di meglio, Tua figlia è la cosa più preziosa che hai. Capisce che aiutare gli altri a non perdere una preziosa occasione la aiuta a “sgonfiare” il proprio senso di impossibilità a tornare indietro.

In “Più forte di ogni addio” si impara presto a conoscere Michele ma all’inizio il personaggio di Nina non era così approfondito finché un giorno mi sono imbattuto in un libro dal titolo Quiet. Il magico potere degli introversi. Per la prima volta leggevo che gli introversi sono necessari alla società, che notano cose che sfuggono ai più e che sono più sensibili e per questo vengono chiamati bambini orchidea. Hanno bisogno di più cure degli altri ma se superano le avversità, che la vita mette loro davanti, possono diventare più forti degli altri bambini che vengono comunemente chiamati soffioni, fiori che crescono ovunque senza cure particolari. Da questa riflessione il personaggio di Nina è cresciuto.

5. A quale lettore pensi quando scrivi?

Ho iniziato a scrivere queste storie per i ragazzi che incontro ogni giorno in classe ma mi sono presto accorto che per metà i destinatari sono i ragazzi mentre l’altra metà è senza dubbio costituita dai loro genitori. Ho capito che i genitori cercano risposte o stimoli, che leggono queste storie per avere delle chiavi di lettura.

I loro figli vivono un’età in cui cambiano rapidamente senza alcun preavviso. In fondo penso che tutto si riduca alla scena della “porta chiusa”: tu sai che dentro quella stanza c’è qualcuno che non ti risponde più. Io, genitore, cosa posso fare? Devo continuare a bussare o devo andarmene? Quello che mi sentirei di dire è resta lì, bussa a quella porta anche solo per dire che ci sei. La presenza è quello che più conta, forse un giorno quella porta si aprirà.

6. Porti mai i tuoi romanzi in classe con i tuoi alunni?

Leggere a voce alta qualcosa che hai scritto è fondamentale, farlo insieme ai ragazzi che dovrebbero essere i lettori ai quali ti rivolgi è molto utile. Provo un profondo senso di gratitudine nei loro confronti, mi regalano l’ispirazione del 50% delle storie che scrivo.

7. Nei tuoi libri spesso si parla di felicità e inevitabilmente di amore: l’amore parentale o filiale, tra adolescenti.

L’amore è essere felice che l’altro esplori il suo orizzonte, amare è godere della felicità dell’altro. Qualche volta noi grandi dimentichiamo che non è sempre necessario sottolineare che il merito dei traguardi raggiunti dai nostri figli o studenti non è esclusivamente loro. Da insegnante credo che il massimo si concretizzi quando uno studente è convinto di aver fatto tutto da solo anche se come prof. gli hai dato una grossa mano, perché così gli dai l’opportunità di crescere e di acquistare fiducia in se stesso.

Enrico Galiano

Più forte di ogni addio: il libro

Più forte di ogni addio il libro di Enrico Galiano

Tempo di Lettura

una settimana in compagnia di Michele e Nina

Photos: Sara Cartelli

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Autore

Ramona Lucarelli

Per aspera ad astra

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Ramona Lucarelli

biografia:

È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.

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