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Culture. Eat it

20 Giugno 2020

primi & co.

Pokè bowl al salmone e avocado con salsa al mango

di Kristel Cescotto

Hai presente The dreamers? Qui poesia e realtà sono due degli estremi entro i quali gravita il cinema di Bernardo Bertolucci. La poesia è arte e in questo film si vive come dentro un’opera fondata sull’arte.
I tre sognatori che popolano questa pellicola, innamorati della cultura, si fanno portavoce della sua bellezza, dimenticati della e dalla Storia che prosegue e va avanti fuori dalla loro casa. Siamo in un ‘68 che rimane ossimoricamente immobile a fare da cornice a questo capolavoro a cui amo pensare come il manifesto assoluto della poetica di Bertolucci.
Dentro la loro casa, Matthew e i gemelli Isabelle e Théo, intraprendono un percorso di iniziazione al sesso, che sfocia in un ménage à trois meravigliosamente erotico, sensuale, perverso e a tratti incestuoso.
Il legame fisico, emotivo e mentale che i tre stabiliscono risulta fortemente ambiguo, sospeso tra utopia e realtà. I tre condividono l’intima passione per l’arte e il cinema, si abbandonano a poetiche riflessioni sul loro tempo. Nostalgia e rivendicazione in nome di un tempo guidato dall’immaginazione, un mondo che oggi ci viene difficile anche solo immaginare. I the dreamers sognano, fino a trasformare una petizione in una poesia, e una poesia in una petizione.
È un film è irripetibile come il tempo di cui narra. Dell’intensa verità del presente, che si immola nell’istante e poi muore. Per dirla alla Bertolucci: «ti muore fra le mani».

Se non si fosse ancora capito The dreamers è tra i film che porto nel cuore e, se non l’avete ancora visto… vi invidio tantissimo perchè, nel farlo, potete ancora sperimentare la meraviglia della prima volta.
Tra l’altro, ho scoperto da poco che Bernardo è figlio d’arte: il padre – Attilio – era niente di meno che un grandissimo poeta – e qui il cerchio si chiude – del ‘900. La poesia Bertolucci ce l’ha scritta nel DNA. Non per nulla, nemmeno ventenne, era già accanto a Pasolini sul set di Accattone.
Ma perchè ti ho raccontato questa storia? Solo per dire che

la poesia la si può trovare ovunque, basta cercarla e saperla scorgere tra le pieghe della vita.

La si può trovare anche in una pokè bowl al salmone fatta col cuore. Ché degli ingredienti semplicissimi che accostati trovano assieme l’armonia hanno ben poco da invidiare a un’opera d’arte canonica.

Curiosa/o di scoprire la nostra pokè bowl al salmone e avocado con salsa al mango? La trovi qui sotto ad aspettarti!

Pokè bowl al salmone e avocado con salsa al mango – la ricetta

INGREDIENTI (dosi per 4 porzioni)

  • 320 g di riso venere integrale
  • 250 g di filetto di salmone
  • 1 avocado maturo al punto giusto
  • qualche ravanello
  • qualche goccia di limone
  • 200 g di polpa di mango
  • un cucchiaino raso di zenzero in polvere
  • un pizzico di paprika dolce
  • q.b. di sale, pepe e olio extra vergine d’oliva
  • coriandolo e semi oleosi a piacere

PROCEDIMENTO

  1. Cuoci il riso in abbondante acqua salata bollente.
  2. Taglia il salmone a dadini, ungi una padella antiaderente con un filo d’olio e saltalo velocemente, a fuoco vivo. Aggiusta di sale e pepe.
  3. Taglia l’avocado e il ravanello a fettine sottili. Condiscilo con olio, sale, pepe e qualche goccia di limone.
  4. Prepara la salsa al mango: frulla il mango con lo zenzero, un pizzico di sale e 15 ml di olio evo.
  5. Scola il riso al dente (ci vorranno circa 20 minuti). Saltalo nella padella con il salmone.
  6. Impiatta le tue pokè bowl al salmone in una ciotola assieme all’avocado, le fettine di ravanello e la salsa al mango. Termina con i tuoi semi preferiti e goditela!

MENTRE ASSAGGI ASCOLTA:

Photos: Sara Cartelli

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Autore

Kristel Cescotto

Omnia vincit amor

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Kristel Cescotto

biografia:

Cogitatrice impegnata, praticante dell’Amore Universale, su di lei nemmeno una nuvola. A 30 anni non ha ancora la minima idea di come vuole essere a 32: una, nessuna ma forse non centomila. Grazie al cielo tutto scorre. Panta rei. E alla fine, come in uno splendido giardino Bahai, verrà estasiata da un’illuminazione. E vivrà per sempre felice e contenta.

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