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7 Aprile 2021

#telamostro

Primavera

di Ramona Lucarelli

Su un tappeto di fiori sfila una donna vestita di Primavera.

Quello che vediamo è uno strabiliante campionario floreale: ai suoi piedi margherite, rose, viole, fiori di camomilla, ranuncoli, giacinti, papaveri e gelsomini; poco distanti tra i piedi delle Grazie danzanti nontiscordardime, fiori di nigella, croco ed euforbia.

La giovane che veste la primavera è Flora, dea romana e italica della fioritura dei cereali, dei vigneti e degli alberi da frutto. Flora abita in un boschetto di aranci e alloro e insieme a lei incedono otto personaggi: da destra Mercurio e le tre Grazie, al centro la dea Venere sovrastata da Cupido, e al suo fianco sulla sinistra Zefiro e la ninfa Clori.

Quale sia il senso generale del dipinto sfugge ai più, ciò che è certo è ci troviamo davanti a uno dei dipinti più noti del Rinascimento italiano: Primavera di Sandro Botticelli (1480 circa). Un’aura di mistero circonda l’opera.

Dono per la nascita di un figlio?

Nel 1478 Giuliano de’ Medici sposa in gran segreto Fioretta Gorini dalla quale aspetta un figlio: questi è Giulio, futuro papa Clemente VII, che però non conoscerà mai il padre, morto per mano del fratello nella Congiura dei Pazzi. E così il quadro viene riadattato per il cugino Lorenzo di Pierfrancesco e le sue imminenti nozze.

Allegoria del matrimonio tra Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici e Semiramide Appiani?

Pare che Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici collochi il quadro presso la sua residenza di Palazzo di Via Larga; in seguito il dipinto viene trasferito presso Villa di Castello dove lo storico Vasari vede l’opera nel 1550 e trascrive l’annotazione “Venere che le Grazie fioriscono, dinotando Primavera” consacrandola al mondo come “Primavera”.

Allegoria della Stagione dei Medici?

Sotto la guida di Lorenzo di Piefrancesco Firenze, alias Flora, prospera ricordando quella che per molti studiosi è considerata l’età d’oro della città.

Interpretazioni a parte, la Bellezza del quadro deve molto al mondo vegetale che lo abita. Botticelli realizza le varietà rappresentate grazie all’osservazione dal vivo dei fiori e agli erbari medievali che circolano numerosi.

E Primavera non è altro che Clori che, come si apprende dai fiori (rose, fiordalisi, pervinche) che fuoriescono dalla sua stessa bocca, si accinge a trasformarsi in una primavera dopo essere stata abbracciata e sedotta da Zefiro.

Cinquecento specie tra arbusti, fiori, piante, foglie sono quelle individuate da Guido Mocci, direttore dell’orto botanico di Firenze. Pace, amore, prosperità, l’abbondanza di fiori e frutti ne sono messaggeri.

La Primavera di Sandro Botticelli campeggia nella sala a lui dedicata presso la Galleria degli Uffizi di Firenze.

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Autore

Ramona Lucarelli

Per aspera ad astra

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Ramona Lucarelli

biografia:

È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.

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