Culture. Eat it
20 Febbraio 2019
Eravamo in due. Poi siamo diventati tre e poi cinque.
Cinque che significa tre figli. In due anni.
Se qualcuno, ai bei vecchi tempi, mi avesse predetto il futuro dubito ci avrei creduto. Probabilmente perché io stessa non ho realizzato pienamente quel che è accaduto.
Vivo fuori dal tempo e dal mondo. In uno spazio tempo che è tutto mio, in bilico, alla ricerca disperata di un equilibrio.
È faticoso essere madre e al contempo cercare di non dimenticarmi chi sono e dove voglio andare. Cerco di fare tutto e, fortunatamente, ci sono tante persone che mi danno una mano.
Vivo amando e amandomi, perché l’amore è l’unico rimedio. L’unica cosa che riesce a mettere ordine nel caos. Questo bellissimo caos.
Sembrerà strano ma se c’è una cosa che i miei figli mi hanno insegnato è sicuramente quella di volermi più bene.
Perché se è certo che l’amore non ha nulla a che vedere con la matematica, è provato che si moltiplica. L’amore genera amore.
E quando vedi tuo figlio ridere, quando lo senti dire “questa è la mia mamma” capisci che tutte le volte che hai sbattuto la testa contro il muro, tutte le lacrime versate, tutti i sacrifici, ne sono valsi la pena. Pensi a tutte le volte in cui hai creduto di non farcela e ti senti invincibile.
Sì, io mi sento un supereroe. Anche se non sono dotata di poteri magici e non possiedo un mantello.
Sono un supereroe dell’amore.
Ho portato a termine due gravidanze, di cui una gemellare, ho un lavoro che ho scelto e sono rimasta fedele a me stessa.
Ogni giorno cado, ogni giorno mi lamento, uno sì e uno no piango. Ma poi mi rialzo, faccio quel che devo fare e torno a sorridere.
Sono tutto fuorché perfetta e il disordine costante che ho in casa e le mille fatture arretrate ne sono la lampante dimostrazione.
Ma ce la faccio. Ed è tutto merito dell’amore.
Quell’amore che non è fatto di parole ma di piccoli gesti. Quell’amore che mi hanno insegnato i miei figli che non sanno nemmeno cosa voglia dire amare, ma lo sanno dimostrare, pur non essendone coscienti. L’amore di chi sorride non appena vede il tuo volto, di chi ti abbraccia senza motivo apparente, di chi sa percorrere senza paura tutto il tuo spettro emotivo.
Quell’amore che non è fatto di richieste ma solo di presenza.
Quell’amore che non deve chiedere “mi ami?” perché la risposta la sa già.
È la forma più pura d’amore e se ne frega dei vincoli di sangue o della sessualità. Perché è proprio vero che non conta da chi siano stati messi al mondo, i figli sono di chi li cresce.
E a quelli che mi chiedono come sia possibile riuscire a dividere l’amore rispondo che nessuno ancora ha inventato un’unità di misura e che io non ho mai avuto paura di amare.
Photos: Sara Cartelli
Autore
biografia:
Copywriter, folletto tuttofare e mamma con una passione smisurata per la fotografia. La scrittura è una medicina che le permette di esprimere la propria personalità e far emergere la sua vera voce. Meglio di uno psicanalista. Alla perenne ricerca di una strada da seguire, al momento, preferisce perdersi.