
Culture. Eat it
24 Giugno 2018
Ho fatto un sogno.
C’eri tu e c’ero io, e camminavamo insieme.
Tutto a un tratto abbiamo cominciato a dimenticare.
La realtà è diventata distante: una bolla sfocata sempre più leggera sopra alle nostre teste.
I pesi si sono fatti leggeri, le responsabilità si sono allentate, le preoccupazioni si sono trasformate in scherzi di poco conto da soffiare via.
Abbiamo dimenticato tutto, e siamo rimasti solo noi.
Noi, con le nostre mani e braccia e gambe e piedi.
Noi, con il nostro corpo palpitante.
Abbiamo dimenticato, e dimenticando abbiamo ricordato.
Abbiamo ricordato chi siamo.
Siamo i nostri piedi, affamati di terra e di fango;
Siamo le nostre gambe, nelle cui vene scorre mai assopita la voglia di slanciarsi ad afferrare il cielo;
Siamo le nostre braccia, tese ad abbracciare il mondo;
siamo le nostre mani, capaci di realizzare ogni desiderio ispirato dal cuore.
Siamo il respiro che non si può spezzare, la vita che non si può fermare;
siamo la voglia di cantare e gridare, e la paura di farlo.
Siamo felicità e nostalgia, gratitudine e insoddisfazione.
Siamo come il vento che accarezza il campo, simili all’onda che dà forma al mare,
Siamo corrente, energia, movimento. Coraggio e terrore.
Siamo tutto e il contrario di tutto, caleidoscopi di possibilità tenuti insieme dai battiti di un cuore.
Siamo piccoli come un granello, ma imprevedibili come la fiamma.
Siamo il sale della terra, miracolo e rovina.
Te lo ricordi?
Ricordatelo, perché se lo fai, se impari ad abbracciare la tua natura, nessun altro potrà mai decidere chi sei al posto tuo.
Ricordatelo, e poi sii libero.