
Culture. Eat it
7 Ottobre 2021
C’è stato un attimo, un attimo solo lo ricordo, in cui ci siamo prese per mano. In quell’istante ho pensato a tutte le mani che ho attraversato nel corso della vita.
Quelle deboli che non sai come prendere, quelle decise che ti fanno quasi male, quelle innamorate che si aggrovigliano, quelle che ti afferrano quando stai per cadere, quelle del “sono qui, non sei solo”, quelle incredibilmente forti dei neonati, quelle del viscido che ti fanno venire un brivido, quelle che vorresti mollare subito e quelle che non vorresti lasciare mai.
A volte le mani sono l’ultimo ricordo che hai di una persona e magari a quella persona avresti voluto stringere le mani un pochino di più.
Alcune sono un rimpianto.
C’è una profonda intimità nelle mani che si sfiorano, toccano, sentono.
La vita passa attraverso le nostre mani di cui non ricordo più i profumi, coperti da chili di gel igienizzante, ma le sensazioni assolutamente sì.
Quello che è rimasto sono le emozioni che fanno vibrare il corpo e scandiscono gli attimi come i ticchettii dell’orologio.
Le tue mani calde. Non le ho strette solo perché le mie erano troppo fredde.
Non ero cosciente del gelo che avrei provato dopo. Ma sento tutto precisamente, in ogni dettaglio. Oggi, come allora.
E penso che, forse, prendersi per mano è un modo di fermare il tempo, come la fotografia.
Photos: Sara Cartelli
Autore

biografia:
Copywriter, folletto tuttofare e mamma con una passione smisurata per la fotografia. La scrittura è una medicina che le permette di esprimere la propria personalità e far emergere la sua vera voce. Meglio di uno psicanalista. Alla perenne ricerca di una strada da seguire, al momento, preferisce perdersi.