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Quello che ci è mancato nell'ultimo anno

Culture. Eat it

10 Febbraio 2021

storie

Senza i luoghi della cultura siamo tutti più soli

di Sara Cartelli

Guardare la vita da uno schermo è tutto sommato bello. Dopotutto gli schermi nell’ultimo anno ci hanno salvato la vita o, forse, ci hanno solo salvato dalla noia.

I film e i concerti in streaming, gli spettacoli teatrali in televisione, abbiamo avuto accesso a tutto, pure ai musei. Abbiamo avuto tutto eppure ci manca tutto. E manca perché siamo stati privati della condivisione. Che non è un aeroplanino o un pulsante sul quale cliccare. Condividere significa dividere, spartire qualcosa con altre persone, partecipare. Insieme. 

È per questo che ci mancano anche le cose che odiavamo. Almeno, a me, mancano. Le persone che parlano al cinema, i calci alla sedia, i piedi pestati per sbaglio, il sudore altrui che si posa sul braccio (forse questo meno). In questo momento pagherei perché qualcuno mi pestasse i piedi a un concerto.

Pagherei per scambiare uno sguardo, un sorriso, una parola con degli sconosciuti, battere le mani fuori tempo, farmi proteggere da qualcuno che capisce che non so stare in mezzo al pogo. O offrire un sorso di birra a un amica/o che “dai aiutami non riesco a finirla!”. Chissà quando potremo porgere il bicchiere, oltre all’altra guancia.

Qualcuno (che vive in questa casa) una volta mi ha detto che era impossibile io mi sentissi sola a un concerto. All’inizio pensavo fosse una stratosferica cazzata. Adesso capisco che aveva ragione e che quella frase la puoi portare in tutti i luoghi che trasformano l’estraneità in familiarità, i singoli in comunità. Quei luoghi sono e saranno sempre quelli della cultura. Quelli che rendono la parola condivisione reale e tangibile.

Ciò che mi manca. Condividere un’esperienza, far parte di qualcosa, sentirmi nel posto giusto e poi le vite incrociate, le passioni connesse, i frammenti di vita che non si ripetono più.

“Scusa ti ho pestato il piede!” Un sorriso e poi addio. Ma quanto faceva bene quel sorriso.

 

Al mio amore per gli sconosciuti conosciuti.

Photos: Sara Cartelli

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Autore

Sara Cartelli

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Sara Cartelli

biografia:

Copywriter, folletto tuttofare e mamma con una passione smisurata per la fotografia. La scrittura è una medicina che le permette di esprimere la propria personalità e far emergere la sua vera voce. Meglio di uno psicanalista. Alla perenne ricerca di una strada da seguire, al momento, preferisce perdersi.

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