
Culture. Eat it
23 Novembre 2016
arte
Siamo più di quello che mostriamo sui social? Tristan Pigott e l’arte della riflessione
Passiamo la vita come i sollevatori di pesi.
Ovvero allo specchio, mirando e rimirando i nostri muscoli gonfi. E compiacendocene.
Basta scorrere le nostre bacheche Facebook, Instagram o Twitter.
Dentro ci trovi solo l’immagine che ognuno vuole proiettare di se stesso.
Che non è falsa, non sempre per lo meno, e allo stesso tempo non è vera, è semplicemente un riflesso esasperato di ciò siamo o vorremmo essere.
L’equivoco non sta nel vero o nel falso, ma nel fatto che quella che viene scambiata per realtà rimane semplicemente virtualità.
Le persone non scindono il virtuale dal reale altrimenti non si esporrebbero in certi modi beceri e grezzi, non si berrebbero tonnellate di bufale e non darebbero in pasto al mondo la propria intimità.
Se quella fosse semplicemente quel che è, se quella fosse semplicemente virtualità, non troveresti una tavolata di persone che guarda inebetita il cellulare anziché parlarsi.
L’immagine riflessa è diventata più vera del vero.
Ci siamo persi dentro al più grande vuoto cosmico della storia?
Basta un like per comprarci?
Davvero ci prostituiamo intellettualmente per così poco?
Sono queste le domande che pongono le opere di Tristan Pigott. Dipinti ad olio che immortalano perfettamente il nostro periodo storico, focalizzando l’attenzione sull’egocentrismo che ci porta a voler documentare costantemente la nostra vita agli altri.
È un arte scherzosa, satirica, volutamente provocatoria e sarcastica ma che indiscutibilmente fa riflettere. È arte in cui volenti o nolenti ci si rispecchia, perché tutti abbiamo sentito il bisogno, almeno una volta, di raccontare la nostra vita agli altri.
Forse ci siamo persi in un riflesso.
Perché siamo molto più di quello che mostriamo.
Anzi, siamo sicuramente meglio di quello che mostriamo.
I social si sono portati via la parte più bella di noi ed è ora di riprendersela.
Quello che ci dimostra Tristan Pigott è che l’arte può riuscire a fermarci a pensare.
Io lo ringrazio perché le sue opere mi hanno fatto, oltre che riflettere, decisamente incazzare.
Mi ha smosso dentro e colpito al cuore, ed è una cosa che mi capita di rado.
Spero susciti lo stesso in voi.
Autore

biografia:
Copywriter, folletto tuttofare e mamma con una passione smisurata per la fotografia. La scrittura è una medicina che le permette di esprimere la propria personalità e far emergere la sua vera voce. Meglio di uno psicanalista. Alla perenne ricerca di una strada da seguire, al momento, preferisce perdersi.