Tempi eccitanti. Lo sguardo affilato di Naoise Dolan

Tempi eccitanti di Naoise Dolan è il nuovo libro sul comodino.

Le ragioni che mi portano verso un libro passano dalla copertina alla recensione letta in attesa del caffè del mattino, o magari dalla passione per un autore grazie alle precedenti letture.

Di Tempi eccitanti mi ha catturata la copertina ma sono state le parole del post che lo promuovevano a convincermi:

Amore, ironia, ricerca di un posto nel mondo, paura di rivelarsi con gli altri, straordinaria capacità narrativa e suprema eleganza stilistica sono solo alcuni degli elementi che rendono “Tempi eccitanti”, tradotto magistralmente da Claudia Durastanti, un romanzo coinvolgente e superbamente brillante.

Recensione: Tempi eccitanti di Naoise Dolan

La curiosità è diventata scoperta. Naoise Dolan è una giovane autrice irlandese e il pensiero è volato immediatamente a Sally Rooney, ma se proprio si cerca di trovare un legame tra le due scrittrici questo è lo stile con il quale danno voce alla loro generazione.

Ava, Julian ed Edith sono i protagonisti di questa storia.

Ava è una ventiduenne trasferitasi ad Hong Kong come insegnante di inglese, grazie ai risparmi accantonati per il suo “fondo per l’aborto”. Lì incontra Julian, un ricco banchiere di poco più grande. Tra i due nasce un legame, difficile chiamarla relazione.

“Sono felice che siamo amici”, diceva lui, e io proprio non riuscivo a correggere un uomo che aveva frequentato il Balliol College a Oxford. Ero convinta che passare del tempo con lui mi avrebbe resa più intelligente, o quantomeno mi avrebbe preparata a parlare di valute e di indici con la gente seria che avrei incontrato nel corso della mia vita adulta. Andavamo dʼaccordo. Mi piacevano i suoi soldi e a lui piaceva quanto facessero colpo su di me.

Ava è la nostra narratrice, è lei ad analizzare con precisione le sue emozioni e nel farlo fa spazio a quei pensieri che sottendono le sue stesse azioni e che difficilmente noi pronunceremmo. Il rischio di sentirci egoisti, crudeli e terribilmente opportunisti sarebbe molto alto.

Se i soldi non avrebbero migliorato la mia vita, non riuscivo a pensare a cosa avrebbe potuto farlo. Restare nel suo appartamento era un modo per allontanarsi in maniera evidente dal concetto capitalista per cui valevo qualcosa solo se pagavo la mia parte e mi mantenevo da sola. O forse questo mi rendeva una cattiva femminista.

Tempi eccitanti non è la storia d’amore tra Ava e Julian e nemmeno tra Ava ed Edith, la bella avvocatessa in carriera che, affascinata dalla sua persona, si innamora di lei.

Edith non rende però questa storia nemmeno il racconto delle dinamiche innescate da un triangolo amoroso, anche se il suo arrivo mette Ava davanti ad una scelta.

Tempi eccitanti è il racconto di una ragazza alla ricerca della sua identità, alle prese con la vulnerabilità, il sesso, l’amore e i soldi ai quali si “relaziona” cercando l’autoaffermazione.

Ciò che sappiamo di Julian ed Edith passa sempre attraverso lo sguardo affilato di Ava, attraverso le sue taglienti parole.

E così ci si trova a saltare tra il suo pensiero e il parlato: la lingua inglese di un’irlandese che non ha mai messo piede a Londra e il suo uso delle parole come strumento per capirsi anche quando si sente sbagliata.

Dentro ci troverete della difficoltà comunicativa, tra chat scritte e mai inviate e spunte blu, del lavoro precario, degli status symbol, delle relazioni non relazioni e così via.

Tempi eccitanti è una lettura diversa, nuova, che mi ha ricordato i miei vent’anni un po’ meno eccitanti, e anche l’assoluta certezza che non sarei mai stata capace di analizzarli con così tanta lucida brutalità, perché – diciamocelo – certi pensieri siamo bravi a tenerceli per noi.