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Perché continuiamo a cantare Zombie dei Cranberries. Storia di un inno contro la guerra.

Culture. Eat it

16 Marzo 2022

leggi come suona

Perché continuiamo a cantare Zombie dei The Cranberries. Storia di un inno contro la guerra.

di Sara Cartelli

20 marzo 1993. In Gran Bretagna è il giorno che precede la festa della mamma e nel centro della città di Warrington, tanti bambini passeggiano assieme ai loro papà. Qualcuno sta andando a comprare un regalo, qualcuno a mangiare qualcosa, sono quasi le 12:30. Sarebbe stata una giornata qualunque, il giorno prima della festa, se due ordigni rudimentali collocati dall’IRA (L’Irish Republican Army) all’interno di cestini della spazzatura, non fossero esplosi causando la morte di Tim Parry (12 anni) e Jonathan Ball (3 tre anni) e ferendo oltre 30 persone. Una vendetta messa in atto dall’esercito repubblicano irlandese per l’arresto di due suoi uomini, avvenuto un mese prima, a causa di un altro attentato al gasometro di Warrington.

20 marzo 1993. Dolores O’Riordan è in tournée proprio nel Regno Unito con i The Cranberries. L’attentato la sconvolge così nel profondo che, ritornata nel suo appartamento in Irlanda in una pausa del tour, decide di abbracciare la chitarra acustica per dare vita a una delle canzoni e degli inni contro la guerra più popolari nella storia della musica: Zombie.

Zombie dei The Cranberries: la forza di una canzone, ieri come oggi.

Un’altra testa pende lentamente
Un bambino viene preso lentamente
E la violenza ha causato così tanto silenzio
Chi stiamo fraintendendo?
Ma lo vedi, non sono io, non è la mia famiglia
Nella tua testa, nella tua testa stanno combattendo
Con i loro carri armati, le loro bombe
e le loro bombe e le loro pistole

Zombi (in italiano) o zombie (in inglese) è un termine legato alla tradizione vudù inventato ad Haiti per indicare i morti viventi, cadaveri che vagano alla ricerca di carne umana di cui cibarsi. Lo zombi però, nella tradizione occidentale, è anche un individuo privato della sua volontà, incapace di intendere e di volere.

Nella tua testa, nella tua testa
Zombie Zombie Zombie
Cosa c’è nella tua testa? Nella tua testa?
Zombie Zombie Zombie

Il ritornello dei Cranberries è molto interessante perché si presta a due interpretazioni. Da un lato i militari potrebbero vedere i corpi lacerati dalla guerra come zombi e quindi agire contro l’essere umano perché non lo reputano tale. Ai loro occhi, uomini, donne e bambini, sono solo involucri privati dell’anima, morti viventi per l’appunto.
Dall’altro lato gli zombi potrebbero essere gli stessi uomini impegnati nel conflitto nordirlandese (sia inglesi che irlandesi, ricordiamo che gli attentati avvennero da entrambe le parti). Uomini privati della capacità di intendere e volere e per questo capaci di gesti così efferati.

Purtroppo non potrò mai chiedere a Dolores O’Riordan a quali zombi lei si riferisca, ma in questo marzo 2022 non troppo diverso dal marzo 1993, dove i civili perdono la vita, dove a rimanere sono solo le immagini di corpi straziati da una guerra insensata e inutile, posso far suonare alta la sua musica per ricordare che siamo anime dentro a corpi. Che siamo un tutto con la vita, questa vita.

 

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Autore

Sara Cartelli

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Sara Cartelli

biografia:

Copywriter, folletto tuttofare e mamma con una passione smisurata per la fotografia. La scrittura è una medicina che le permette di esprimere la propria personalità e far emergere la sua vera voce. Meglio di uno psicanalista. Alla perenne ricerca di una strada da seguire, al momento, preferisce perdersi.

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