Culture. Eat it
17 Novembre 2015
Le storie d’amore catastrofiche contraddistinte da ossessione sessuale sono un mio interesse professionale ormai da molti anni: lo psichiatra Peter Cleave apre con queste parole Follia di Patrick McGrath. La storia dell’incontro tra Edgar Stark e Stella Raphael.
Tutto ha inizio in un antico manicomio criminale vittoriano dell’Inghilterra del 1959 quando Stella, moglie del vice direttore, verrà travolta dalla passione per Edgar, uno scultore lì detenuto per uxoricidio. Le loro vite si intrecciano e quando il lettore crede di essere arrivato a veder la fine di questo “amore malato”, quando pensa che il bene e il male abbiano smesso di lottare, quando l’ordine sembra essere ripristinato, l’amore e la follia si riprendono a braccetto.
C’è chi con l’amore arriva alla follia e chi nella follia continua ad amare.
I protagonisti di questa storia sembrano non avere pregi, quasi lo scrittore ci volesse privare di qualsiasi punto fermo, ci chiedesse di non affezionarci a nessuno di loro: una moglie frustrata, un amante folle, un marito debole, un dottore distaccato apparentemente, una suocera stereotipata. Solo così abiteremo lo stesso mondo di Stella, un asylum – come recita l’originale titolo inglese – nel quale sentirsi a casa ma anche prigionieri; la gabbia, nella quale Stella decide di chiudersi per sentirsi paradossalmente amata e protetta, si chiama Edgar. Già, l’amore. Parliamo di questo sentimento che non riuscivi a dominare. Come lo descriveresti? chiede Peter a Stella: Se non lo sai non posso spiegartelo. Vi auguro una buona “seduta”.
Durata della lettura: tre sere circa
Photography: Sara Cartelli.
© Immagini The Eat Culture.
Autore
biografia:
È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.