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L'adorazione dei magi un rembrandt a Parma

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18 Dicembre 2019

arte

L’adorazione dei magi – un Rembrandt a Parma

di Francesca Amezzani

Dal 7 Dicembre 2019 al 26 Gennaio 2020, la Galleria Nazionale di Parma ospita fra le sue sale l’Adorazione dei Magi di Rembrandt, un’opera iconica per celebrare i 350 anni della morte del maestro.

Il 2019 non è solo l’anno del cinquecentenario dalla morte di Leonardo da Vinci, ma anche l’anniversario di quella di Rembrandt, avvenuta ad Amsterdam il 4 Ottobre del 1669. Due pittori unici nel loro genere, entrambi “allievi” della Natura, entrambi votati ad uno stile realistico e capaci di ideare tecniche che verrano ricordate per sempre: Leonardo con lo sfumato e la prospettiva aerea, Rembrandt con l’Illuminazione alla Rembrandt tanto cara ai fotografi di tutto il mondo.

Così, dopo una prima mostra attorno alla Scapigliata di Leonardo da Vinci, la Galleria Nazionale di Parma celebra anche il maestro fiammingo, ospitando uno dei migliori esempi del suo linguaggio artistico: l’Adorazione dei Magi del 1632.

Il dipinto, realizzato in grisaille (dal francese gris – grigio, inteso come una pittura monocroma), rappresenta un passo narrato nel Vangelo di Matteo: l’arrivo dei Re Magi a Betlemme e l’incontro di questi con il bambin Gesù.

Ed ecco, la stella che aveano veduta in Oriente, andava dinanzi a loro, finchè giunta di sopra al luogo dov’era il fanciullino, vi si fermò.
Ed essi, veduta la stella, si rallegrarono di grandissima allegrezza.
Ed entrati nella casa, trovarono il fanciullino, con Maria, sua madre; e gettatisi in terra, adorarono quello; ed aperti i lor tesori, gli offerirono doni: oro, incenso, e mirra. – Vangelo di Matteo (2, 9-11)

Nonostante la convenzionalità del soggetto, Rembrandt riesce ad offrire allo spettatore una nuova chiave di lettura. Grazie al suo caratteristico utilizzo della luce – che concentra sulla figura inginocchiata del saggio e sui dettagli magici dei personaggi –
la componente maggiormente esaltata nella scena diviene quella esoterica. L’interesse del maestro si concentra, infatti, nell’omaggio che gli antichi saperi pagani d’Oriente offrono a un Principe nuovo, più potente, e destinato a superarli.

Man mano che si osserva il quadro, i bagliori e i riflessi che si propagano da un dettaglio all’altro, spostano l’attenzione di chi osserva sempre più lontano. Dalla scena in primo piano, raffigurante la Sacra Famiglia e il primo Re Magio, si passa velocemente a quelle retrostanti, popolate da personaggi abbigliati in maniera orientaleggiante ed esotica: armature, turbanti, mantelli, spade e un ombrellino. Tutti oggetti presenti all’interno dell’atelier di Rembrandt sin dai tempi di Leida, dov’è documentato l’ultima volta proprio nel 1632.

Attraverso questi “accenti luminosi”, il pittore sottolinea i momenti più significativi del passo evangelico, traducendoli e rendendoli così di immediata comprensione anche per una spiritualità più semplice, come quella borghese.

La luce di Rembrandt, infatti, è una luce che racconta, delineando la scena quasi come un momento teatrale. Tuttavia, non è l’effetto spettacolare ad interessarlo, quanto piuttosto la dimensione emotiva che la luce concorre a creare.

Questa modalità di intendere la luce è evidente soprattutto nei suoi ritratti, dove il volto delle persone è illuminato lateralmente – con una luce calda e naturale – mentre una porzione di viso rimane in penombra: un triangolo luminoso rovesciato che esalta occhi e zigomi, ecco la ricetta dell’Illuminazione alla Rembrandt.

Rembrandt a Parma

L'adorazione dei magi Rembrandt

L'adorazione dei magi Rembrandt a Parma

Immagine di copertina via wikioo

Photos: Francesca Amezzani

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Autore

Francesca Amezzani

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Francesca Amezzani

biografia:

Promotrice culturale e viaggiatrice compulsiva, vorrebbe vivere in un borgo medievale immerso nel bosco, fra riti agresti e romanzi fantasy. Dopo aver vissuto in Inghilterra - di cui rimarrà sempre apertamente innamorata - ha scelto l’Italia per dar vita ai suoi sogni ad occhi aperti. Quali? Non lo sa neanche lei, ma in qualche modo includono l’arte, i luoghi abbandonati e l’organizzazione di eventi.

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